Il 30 giugno scorso l’Amministrazione comunale ha organizzato un incontro con i comitati di quartiere e di frazione per discutere la bozza di Regolamento per l’istituzione dei nuovi organismi rappresentativi da eleggere a suffragio universale nei quartieri e nelle frazioni.primapagina
Erano anche presenti oltre al Sindaco e all’Assessore Di Stefano, alcuni assessori e consiglieri comunali della maggioranza e dell’opposizione. Diversi sono stati gli interventi da parte dei rappresentanti dei comitati attualmente esistenti e di comitati promotori per la costituzione di nuovi consigli di quartiere e di frazione. primapagina
L’assessore Di Stefano ha sostenuto che in questi giorni si stanno confrontando “due filosofie di pensiero”: la prima costituita dai comitati esistenti che vorrebbero mantenere la linea fino ad oggi adottata, nel rispetto del proprio statuto e delle regole che autonomamente hanno approvato per il funzionamento degli organismi direttivi, la seconda rappresentata da coloro che non sono riusciti ad entrare, che sollecitano le elezioni a suffragio universale e si augurano che con questo regolamento l’amministrazione comunale riesca a mettere un po’ di ordine.primapagina
L’Associazione DEMOS ha sottolineato che i comitati esistenti si sono costituiti ai sensi dell’art. 18 della Costituzione, motivo per il quale nessun provvedimento può limitare la loro attività o può sancire addirittura la fine della loro esistenza, attraverso uno scioglimento coatto. Altra cosa è che il Comune intende istituire dei nuovi organismi che
siano effettivamente rappresentativi delle realtà locali, i quali dovranno tener conto delle associazioni presenti sul territorio e quindi anche di tutte quelle che operano con la denominazione di comitati di quartiere o di frazione.
La vera sfida, infatti, sta nel fatto che i nuovi organismi rappresentativi dovranno essere capaci di costituire attraverso l’albo delle associazioni una vera e propria filiera della democrazia partecipativa e non essere antagonisti di questa o di quella associazione, in nome della legittimità o meno in rapporto a quanto sarà regolamentato dal nuovo provvedimento che il Consiglio comunale andrà ad adottare entro la prossima stagione atunnale. La confusione viene ingenerata anche da chi parla di nuovi comitati di quartiere e di frazione, come se a quelli esistenti si dovessero contrapporre altri legittimi
perché istituiti come regolamento comunale, mentre quelli esistenti di colpo diventerebbero illegittimi sebbene rispondenti a quanto già disposto dall’art.38 comma 1 dello statuto comunale. primapagina
Il costituzionalista Gianguido D’Alberto, intervenuto al dibattito, ha chiarito che trattandosi di un nuovo organismo non previsto dallo Statuto comunale, occorre prima modificare lo Statuto e poi approvare il regolamento attuativo. La
cosa più semplice da fare sarebbe quella di non parlare più di nuovi comitati di quartiere o di frazione ma di coniare una nuova denominazione di questi nuovi organismi. Si potrebbe pensare a “consigli di quartiere” o “consigli di Frazione” se si dovesse tener fede nelle delimitazioni degli ambiti territoriali della toponomastica, oppure di “Comitati circoscrizionali” se si dovesse pensare all’accorpamento di più quartieri e/o frazioni per ottenere un numero ridotto di questi organismi, tenuto conto che attualmente operano oltre cinquanta comitati sotto forma di associazioni, pro loco e comitati eletti già a suffragio universale. In ogni caso un passo è fatto, adesso bisogna solo mettersi in cammino. primapagina
di Raffaele Raiola