Guardando negli occhi il nostro cane, gatto oppure il nostro furetto o cincillà ci viene proprio spontaneo pensare: gli manca la parola! Gli esseri umani hanno come canale principale di comunicazione il linguaggio. Quello a cui non pensiamo e che ogni essere vivente ha una sua specificità sensoriale. Prendiamo in considerazione l’incontro tra due esseri umani: ci sentiamo chiamare (udito), girandoci vediamo qualcuno che non incontravamo da tempo
(vista), ci sporgiamo verso di lui per abbracciarlo (tatto), odora di acqua di colonia e rilascia determinati feromoni (olfatto) e gli diamo due baci sulla guancia (gusto). Nonostante in questo incontro siano coinvolti tutti i nostri sensi siamo portati a badare molto agli stimoli visivi e acustici in secondo luogo arrivano l’olfatto e l’odorato. E’ scritto nel nostro Dna da bravi onnivori dobbiamo saper valutare il grado di maturazione della frutta dal colore e siamo capaci di comunicare tramite il nostro organo di fonazione Ed è per questo che ci sembra così strano che al nostro pet manchi la parola. Spesso non rifl ettiamo però sul fatto che alcune specie sfruttano i canali olfattivi, gustativi in maniera molto più ampia della nostra e sono addirittura capaci di comunicare tramite essi in maniera cosciente. Esempio lampante i chemiosegnali. Queste tracce odorose possono essere utilizzate per lasciare precisi segnali. Ad esempio, delimitare il territorio di una specie. I cani usano la marcatura con le urine e con le feci per comunicare la loro identità e il loro status. Le femmine aumentano in maniera significativa la quantità di marcatura urinaria quando sono in calore. I gatti, invece, lasciano delle vere e propri marchi di familiarizzazione e di rassicurazione con gli strofi namenti. I pesci, quando subiscono una lesione, rilasciano sostanze prodotte da cellule specializzate che fungono da segnale di pericolo per gli altri membri della stessa specie. Forse ora avete un po’ più chiaro perché per gran parte della passeggiata Fido odori e qua e là faccia spruzzi di urina. Alcuni animali, poi, possiedono addirittura capacità che noi non possediamo. Gli ornitorinchi, ad esempio, sono in grado di rilevare i campi elettrici delle loro prede, generati dalle contrazioni muscolari. Certamente in nessuno dei nostri salotti è possibile osservare un ornitorinco che va a caccia, ma certamente è un esempio significativo di quanto possa essere misteriosa la finestra mondo delle altre specie.