NAUFRAGIO NEL CONTROMONDO: LE CONTRADDIZIONI DI UNA SOCIETA’ TRA FALSI PROGRESSI E CANCEL CULTURE

RECENSIONI

di Antonietta Florio

Naufragio nel contromondo di Aldo Giorgio Salvatori, edito dalla casa editrice Solfanelli, si presenta come un diario di ciò che accade nella quotidianità socioculturale, in cui vengono messi in evidenza i pericoli cui è esposta la civiltà mondiale: sradicamento culturale, «detronizzazione dell’uomo e intronizzazione dell’animale», ecologia versus ambiente, “politically correct” e “cancel culture”. Che ne sarebbe del patrimonio culturale, è il quesito più o meno implicito, se uno scrittore come Philip Roth venisse condannato alla damnatio memoriae per la sua misoginia? Dicasi lo stesso, sia pure per ragioni differenti, per Winston Churchill, Mozart, Dante, addirittura anche Omero.

Del resto, nel contromondo in cui viviamo tutto è possibile. Anche, e forse soprattutto, l’inimmaginabile con una buona dose di contraddizione. E così, nel momento stesso in cui si tenta di salvaguardare la natura, la casa comune di tutti noi, si cede al «fascino indiscreto del gigantismo contemporaneo», provocando ferite insanabili all’Oikos terrestre, lacerandolo da un punto di vista sia storico che antropologico. Trivellazioni e «urbanizzazioni selvagge» conducono verso una mèta insperata e completamente opposta a quella agnognata: «la devastazione “ecologica” del Paesaggio».

All’abolizione della Natura, a cui Marcello Veneziani fa riferimento nell’intervista inserita nella seconda parte di Naufragio nel contromondo, si accompagnano la degenerazione dello spirito e il decadimento morale. Ciò che si crede essere un progresso civile e sociale è, in realtà, un regresso. La società, e in modo particolare i giovani, procede implacabilmente nella discesa agli inferi sotto l’egida dell’incerto, dell’instabile, della scissione e della perdita della propria identità culturale.