Appena pubblicato su Science il lavoro di analisi sul meteorite Winchcombe (The Winchcombe meteorite, a unique and pristine witness from the outer solar system – https://www.science.org/doi/10.1126/sciadv.abq3925), un raro meteorite carbonaceo recuperato nell’area di Gloucestershire in Inghilterra a febbraio 2021, a cui hanno partecipato anche i Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN.
Fragment of Winchcombe Credit Trustees of the NHM
Winchcombe fragment held Credit Trustees of the NHM
La peculiarità di questo ritrovamento è dato dalla tempestività del recupero del meteorite, entro poche ore dall’impatto con la superficie terrestre, che ha permesso di mantenerlo intatto dalle condizioni ambientali (pioggia, esposizione solare,etc).
Nuovi studi mostrano come meteoriti carbonacei hanno giocato un ruolo chiave nel trasportare nello spazio gli ingredienti necessari a dare il via alla formazione degli oceani e della vita sulla Terra.
I frammenti sono stati analizzati in diverse istituzioni internazionali specializzate nello studio di materiali di origine extraterrestre e tra questi anche al laboratorio STELLA (Subterranean Low-Level Assay)dei Laboratori del Gran Sasso, utilizzando purissimi rivelatori al Germanio.
Parti del meteorite, originatosi da un asteroide frammentato vicino a Giove e giunto sulla Terra dopo un viaggio di milioni di anni, sono stati inviati ai Laboratori del Gran Sasso dal Natural History Museum di Londra, per essere sottoposti ad un’analisi spettrometrica. L’esito delle analisi ha permesso di stimare le dimensioni originali prima della sua frammentazione, dovuta all’entrata in atmosfera, in un oggetto di raggio 15 cm (con un errore di ±5 cm) e massa 30 kg (con un errore ± 10 kg) e di calcolare il tempo di esposizione totale al flusso di raggi cosmici nel suo cammino verso la Terra.
“Avere la possibilità di analizzare un oggetto di tale rarità e purezza che ci ha permesso di ottenere informazioni sulle caratteristiche e composizione originale del Sistema Solare, al tempo della sua formazione, 4.6 miliardi di anni fa, è come avere a disposizione una macchina del tempo!” dichiara Matthias Laubenstein, responsabile del Laboratorio Tecniche Speciali per la rivelazione di eventi rari dei LNGS.
Il risultato più importante ottenuto dallo studio è che il meteorite contiene acqua (extraterrestre) simile a quella trovata sulla Terra e tracce di amminoacidi, ovvero molecole prebiotiche che sono componenti fondamentali per l’origine della vita sulla Terra.
L’osservazione e la registrazione diretta della traiettoria del meteorite in entrata in atmosfera hanno permesso anche di poter ricostruire con grande precisione l’orbita dell’oggetto cosmico, dalla sua origine nei pressi del pianeta Giove, milioni di anni fa, alla sua successiva caduta sulla Terra nel viaggio verso il Sole.
Frammenti del meteorite sono attualmente esposti al Natural History Museum di Londra, al Winchcombe Museum e alla Wilson Art Gallery di Cheltenham.
COMUNICATO STAMPA
a cura di Roberta Antolini