Il Centro Studi Federico II sarà in trasferta a Roma per promuovere il convegno “La terra santa, luogo di incontro” previsto Giovedì 11 Maggio 2023 con inizio alle ore 17,00 presso il Palazzo della Rovere (Via della Conciliazione – ingresso consentito solo per Invito) e organizzato in collaborazione con l’Ordine Equestre del Santo Sepolcro.
“Un evento di livello internazionale, – così lo ha definito il Presidente del Centro Studi Federico II, dr. Giuseppe Di Franco – che vedrà la presenza di illustri relatori i quali, dopo gli indirizzi di saluto del Presidente del Centro Studi, affronteranno tematiche legate alle tre religioni monoteistiche”.
L’introduzione al “colloquio”, così come lo definiscono gli organizzatori, vedrà un intervento di S.Em. il Cardinale Fernando Filoni, Gran Maestro dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro dal titolo: “La Terra Santa come luogo di incontro: La scelta di Francesco d’Assisi e di Federico II”.
Nella sala del Trono di Palazzo della Rovere, dove si svolgerà l’evento, saranno presenti personalità dell’arte, della cultura e rappresentanti delle istituzioni pubbliche nonché Ambasciatori accreditati presso la Santa Sede, alti prelati, Cardinali e alcuni rappresentanti del Centro Studi Federico II, come il dr. Mario Nanni, giornalista e scrittore, Presidente del Comitato Scientifico, e il dr. Goffredo Palmerini, anch’egli scrittore e giornalista, Vice Presidente del Comitato Tecnico Scientifico del Centro Studi. Moderatrice del convegno sarà la dr. Elena Dini, che coordinerà gli interventi degli insigni relatori, così come previsto dal programma:
- Em. Cardinale Gianfranco Ravasi “Ai tuoi servi sono care le pietre di Sion” (Salmo 102,15): le tre pietre sacre di Gerusalemme;
- Tamar Elad-Appelbaum, Rabbina di Gerusalemme, con l’intervento dal titolo: “Jerusalem and the Holy Land: A teacher of holiness, healing and hope”;
- Nader Akkad, Imam della moschea di Roma, “Vivere la Pace a Gerusalemme da fratelli tutti”;
- E. Mons. Rafic Nahra, Vescovo di Nazareth, con l’intervento: “Incontri inattesi che cambiano la vita: un’esperienza personale”.
Al termine degli interventi i relatori risponderanno a eventuali domande dei giornalisti e del pubblico presente.
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L’imponente Palazzo della Rovere, che si apre oggi sulla moderna via della Conciliazione, è una delle più belle testimonianze della Roma rinascimentale. A farlo costruire come sua residenza era stato Domenico della Rovere, un influente e ricchissimo cardinale piemontese della cerchia di papa Sisto IV, alla cui commissione si deve anche la Cappella del Presepio nella chiesa di Santa Maria del Popolo. Il palazzo è generalmente attribuito all’architetto fiorentino Baccio Pontelli che lo avrebbe realizzato nell’ultimo quarto del Quattrocento prendendo a modello, secondo la volontà del committente, il quasi coevo Palazzo di Venezia, di pochi anni precedente. Sulla facciata, le finestre crociate al primo piano riportano il nome del cardinale, mentre quelle rettangolari ai piani superiori hanno iscritto il motto “Soli Deo”. Più tozza rispetto a quella di Palazzo di Venezia è la torre quadrangolare sul lato sinistro, il cui coronamento è comunque un ripristino recente. Sulla parete esterna di sinistra si conservano alcune tracce dei graffiti cinquecenteschi che, secondo il Vasari, ricoprivano tutta la facciata.
Lodato e ammirato dai contemporanei, il palazzo fu scelto per ospitare l’imperatore Carlo VIII durante la sua visita a Roma nel 1495 e rivaleggiò per magnificenza e bellezza con le più importanti dimore signorili romane. A metà del Seicento, fu acquistato dai Gesuiti Penitenzieri, i religiosi che avevano l’incarico di confessare i pellegrini nella Basilica Vaticana, che qui rimasero per quasi 300 anni e dai quali deriva il nome con cui il palazzo è conosciuto. Oggi vi ha sede l’Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme che ne è anche proprietario. Un importantissimo ciclo pittorico di Pinturicchio e della sua scuola si può ammirare ancora oggi nei cinque saloni del piano nobile: la sala del Gran Maestro è decorata con una sontuosa architettura dipinta che simula una loggia aperta, mentre la sala dei Mesi conserva frammenti di una rarissima rappresentazione dei mesi collegati con i miti dai quali hanno avuto origine i segni zodiacali. L’ambiente più bello è però la sala dei Semidei, con uno straordinario soffitto composto di 63 formelle dipinte su carta e incollate nei cassettoni lignei, in cui l’artista raffigurò creature mitologiche e animali fantastici dai diversi significati.