Dopo i provvedimenti della questura per la “pace” notturna,giovani restano gestori di locali e a bocca asciutta. Se dovessi definire Teramo con il titolo di un film, la chiamerei “Non è un paese per giovani”, storpiando il titolo di una delle opere dei fratelli Coen, “Non è un paese per vecchi”. Se già in condizioni normali la gente si lamenta della mancanza di una movida attiva nella vita teramana, figuriamoci come può ridursi la situazione quando di mezzo ci si mette la legge. Pare, infatti, che in seguito ad alcuni provvedimenti presi dalla questura, alcuni locali teramani si vedano costretti a chiudere i battenti intorno alle 22.00,
perdendo di conseguenza tutta la clientela che, si sa, d’estate inizia a muoversi a quell’ora. La ragione principale? Disturbo della quiete pubblica. Sembra che i residenti del centro città siano particolarmente infastiditi dal traffico di coloro che frequentano alcuni locali, lamentandosi degli schiamazzi notturni e del chiacchiericcio che i giovani fanno davanti ad una birra. Le chiamate alle forze dell’ordine sono state così frequenti ed insistenti che la questura ha deciso di adottare questa manovra per garantire agli anziani abitanti del centro storico il meritatissimo riposo notturno. Ma che ne pensano i gestori dei locali coinvolti? “Una cosa del genere poteva succedere solo a Teramo- esordisce il primo -, dove la soglia di anzianità è estremamente alta. Questi signori pensano di poter fare la vita tranquilla di campagna dentro il centro storico di una città come la nostra.” Poi continua: “Non si rendono conto che la popolazione più giovane ha certe esigenze, e che chiedere loro di tornarsene a casa a dormire alle dieci di sera è una cosa inconcepibile.” Il danno economico, ma non solo, è piuttosto ingente. è giusto attribuire la colpa solo agli anziani intolleranti, o ci sono davvero “teste calde” che causano guai? “Il pregiudizio è uno dei principali problemi, secondo me. – fa eco un altro gestore – Solo perché un ragazzo indossa una maglietta di un qualche gruppo metal, non vuol dire che sia automaticamente un poco di buono”. Tra i provvedimenti adottati nella “crociata ” contro il divertimento serale, c’è anche l’obbligo di assumere uno steward, ovvero un buttafuori professionista, in caso si volesse organizzare qualche evento particolare nel proprio locale. Lo steward, ovviamente, è interamente a spese dell’organizzatore. Insomma, la situazione non è delle migliori. Se da un lato c’è una gioventù teramana che cerca di rivendicare il proprio diritto a socializzare, dall’altra c’è una schiera di anziani e persone di mezza età che vorrebbe semplicemente starsene in pace.