Un libro a L’AQUILA – «Per ore muovevo sulla scacchiera pedoni, torri, re, regine e cavalieri e misuravo, calcolavo, riempivo un vuoto che mi cresceva dentro, mi lacerava dal fondo del pavimento, come se mi volesse inghiottire».
San Marciano, San Flaiano, Collemaggio, Piazza Duomo e poi le strade strette, le piazzette, le fontane e un riverbero d’antico … dal dolore che procura la vista della sua città d’origine ridotta in macerie dopo il sisma del 2009, la scrittrice Maria Elena Cialente trae la forza per raccontare la storia dell’Aquila tra gli anni Sessanta e Settanta attraverso gli occhi di Raffaele, giovane protagonista di Shah mat, il suo primo romanzo. Ma quel dolore non le permetterà di battere sulla tastiera quella parola che lei tanto ama: L’ A Q U I L A.
Dopo il racconto delle avventure infantili, la narrazione si concentra sulle vicende che investono il giovane protagonista intorno ai vent’anni, agli esordi del percorso universitario, quando Raffaele si diletta nel gioco degli scacchi confrontandosi con un anziano professore di matematica, un anarchico-cristiano che lo istruisce su rilevanti figure femminili quali Ipazia e Virginia D’Andrea, oppure lo invita a riflettere su questioni etiche ed esistenziali impartendogli lezioni di vita. Tuttavia il caos che circonda le nostre esistenze è sempre in agguato: Raffaele scivola nel dramma della droga e solo per puro caso riesce a fare scacco matto al lato oscuro della linea del destino che egli stesso aveva tracciato.
Omaggio al capoluogo abruzzese e ai luoghi che lo circondano, Shah mat vuole essere un’interessante metafora del grande gioco della vita, quella che ci fa barcollare sul filo come inesperti funamboli tra le scelte ragionate e l’imprevedibilità del caso.
Shah mat, Maria Elena Cialente, scacco matto! Il tuo romanzo è una partita imperdibile!
David Ferrante