Riflessioni del capogruppo dell’Italia dei Valori. Lei ha molto a cuore il futuro di Teramo, città che ama, come si evince leggendo il suo blog. Da cosa nasce la volontà di raccontare in un blog il suo punto di vista su ciò che accade a Teramo? Spesso ciò che si pensa
e ciò che si vorrebbe realizzare viene trasmesso attraverso la pennapur attenta degli interlocutori della stampa. Un blog, non invento nulla, è il luogo in cui scrivere i propri progetti, dove descrivere ciò che si pensa. Un modo diretto, senza intermediazione, dove chi vuole, e quando vuole, può cercare di capire il pensiero di chi scrive, per criticarlo, per condividerlo, per suggerire. Lei è uno dei soci fondatori de “Il Poliorama”, associazione nata con lo scopo di promuovere la cultura e di fungereda punto di incontro tra le associazioni culturali, gli enti, le scuole ed il pubblico. Qual è il clima culturale che si respira a Teramo? Il Poliorama è frutto della passione di un gruppo di amici per la propria città, per la cultura della nostra città. Un gruppo di persone animate dalla voglia di incontrarsi per parlare di cultura, per diffondere briciole di cultura, senza la presunzione di voler fare grande cultura. Ad altri questo compito. A noi la soddisfazione di coinvolgere tanti cittadini su proposte che hanno spaziato da “i costumi abruzzesi” fino anche alla riscoperta di “Arcangelo Tuccaro”, che abbiamo riconsegnato alla città de L’Aquila. Teramo dovrebbe rivendicare il proprio ruolo di città capoluogo, frutto della passione e delle battaglie politiche di chi ci ha preceduto. E per fare ciò le proposte di cultura dovrebbero avere, sempre, la presunzione di essere le più importanti della provincia, con l’obiettivo di attrarre su di sé le attenzioni e le economie della provincia, e non solo. Purtroppo negli ultimi anni non è più così. Ci si accontenta di progettini occasionali, a volte anche un po’ paesani, che pensano di dare alla città valenze culturali che radici non hanno. Si pensi a ciò che ci stiamo perdendo, al Premio Teramo. Progetto culturale straordinario, che avrebbe potuto competere con lo Strega e il Campiello, solo se si avesse avuto il coraggio di crederci, banalizzato con succedanei del “racconto inedito”, premio sms, premio per l’abruzzese di turno, premio per il racconto sugli animali, ecc. Avevamo cercato di caratterizzare Teramo nel mondo dell’arte moderna e contemporanea. Avevamo ideato e finanziato la Sala Ipogea, per dotare finalmente anche la città di uno spazio espositivo degno (che dopo otto anni sta per vedere luce), e anche questa viene banalizzata con ipotesi di affidamento a privati da far accapponare la pelle. Speriamo che siano capaci di trovare i pochi fondi che ancora mancano per il completamento. Dopo che noi eravamo riusciti a trovare milioni di euro mettendo in sinergia la Regione Abruzzo, la Fondazione Tercas e fondi europei. Negli ultimi giorni a Teramo tiene banco la polemica relativa all’affidamento dell’archivio storico alla Cisia da parte della giunta comunale. Qual è la posizione dell’Idv in merito alla questione? E’ semplice. Abbiamo cercato di far capire al sindaco che esiste a Teramo un Archivio di Stato che fa, e sicuramente meglio, di un privato la conservazione dei documenti di un ente e per di più a tasso zero. Ciò avrebbe permesso di risparmiare 300.000 euro che si sarebbero potuti destinare ad altre iniziative. Altro argomento bollente è il futuro dello stadio Comunale. Lei si era fatto garante di una raccolta di firme per indire un referendum che decidesse le sorti della struttura. Quale potrebbe essere per lei l’alternativa giusta per l’utilizzo di questo pezzo di storia teramana? Su questo argomento la mia posizione nasce già dalla seconda amministrazione Sperandio, e poi Chiodi e adesso Brucchi. Sono stato, anche quando mi era difficile dissentire dal mio sindaco, sempre contrario alla svendita di più di 10.000 metri di terreno a privati che ne fanno momento di speculazione edilizia. Se questi vogliono possono benissimo costruire verso Piano d’ Accio, e quindi lasciare a verde uno spazio che a questo era destinato. Mi meraviglia solo la incoerenza degli amministratori di centro destra, che quando all’ opposizione erano strenui difensori del verde cittadino, poi appena diventati amministratori si sono dimenticati della cultura ambientalista per diventare fautori della costruzione a tutti i costi di migliaia di metri cubi nell’ultimo angolo potenzialmente ancora verde della città. Mi spiace solamente per le migliaia di cittadini che hanno sottoscritto la richiesta di un referendum, a cui il sindaco, per paura di perderlo, ha negato con stratagemmi al limite della liceità, la possibilità di effettuazione.