HA PRESO IL VOLO DALLA TRECCANI IL PREMIO INTERNAZIONALE GENNARO MANNA

Un successo la prima edizione del Premio intitolato al grande scrittore abruzzese e Le Rosse Pergamene

di Goffredo Palmerini

ROMA 2 febbraio 2024– Ha preso il volo da Roma, il 22 gennaio scorso a Palazzo Mattei di Paganica, sede dell’Enciclopedia Treccani – uno dei templi della cultura italiana –, il Premio Internazionale Gennaro Manna dedicato al grande scrittore abruzzese (Tocco da Casauria, 24 maggio 1922 – Roma, 11 aprile 1990). Un verso successo già alla sua prima edizione, questo importante avvio del significativo tributo allo scrittore, critico letterario e poeta, su cui stava indebitamente calando un appannamento. Il Premio a lui intitolato riporterà lo scrittore sotto nuova luce, determinando un’attenzione sull’intero corpus delle sue opere. La produzione letteraria di Gennaro Manna si compone di romanzi, saggi e poesie pubblicate in una raccolta postuma. Finissimo scrittore di spiccata attività intellettuale e feconda creatività letteraria, le sue opere sono state tradotte in diverse lingue. Collaboratore di importanti testate giornalistiche nazionali, quali il Tempo, l’Osservatore Romano e La Discussione, ne curò la terza pagina culturale. E’ stato anche autore teatrale e sceneggiatore per la televisione in famosi originali televisivi.

Dopo la laurea in Giurisprudenza, Gennaro Manna fu assunto come funzionario della Cassa del Mezzogiorno con incarichi di studio e di lavoro che lo portarono spesso nel Meridione. A Matera, dove visse alcuni anni, scrisse infatti il suo primo romanzo “Le terrazze”, ambientato in Abruzzo vicino al suo paese natale, che vinse nel 1958 il Premio “Corrado Alvaro”. Sempre a Matera scrisse nel 1962 “Un uomo senza cappello”. Del 1968 il suo terzo romanzo, “L’aquila impagliata”, che fu preceduto da un saggio sulla natura del romanzo moderno. La contrapposizione tra società rurale e la realtà urbana domina nel romanzo “L’abdicazione”, scritto nel 1973, in cui la società contadina con i suoi antichi valori, propri dei protagonisti, si scontra amaramente con la vita metropolitana d’una Roma moralmente fradicia. E’ del 1977 l’uscita del romanzo “Il potere e la maschera”, vincitore del “Premio Basilicata”. Tema sempre presente e caro allo scrittore, ossia la trasformazione culturale e l’assopimento dei valori nella società rurale, si ritrova nel saggio del 1979 “Tramonto della società contadina”, insignito del premio speciale “Nuovo Mezzogiorno”.

“La casa di Napoli” può essere ritenuta l’opera culminante della feconda esperienza letteraria di Gennaro Manna. Il romanzo, scritto nel 1981, vinse il prestigioso Premio internazionale “Grinzane Cavour”, con vasti consensi della critica. Alla pubblicazione e al successo del romanzo seguì inspiegabilmente una lunga pausa nella produzione narrativa dello scrittore, la cui sensibilità fu messa dura prova dal disagio e dallo sconforto causato dai repentini mutamenti dei costumi e dalla decadenza etica accentuatasi negli anni ’80. Cattolico democratico impegnato, dai solidi valori morali, avvertì fortemente la decadenza etica della società italiana, tanto da richiudersi in se stesso rarefacendo persino le relazioni amicali che aveva sempre coltivato. Nel 1989 esce il libro di racconti “Dispetto e malizia”.  Un profondo travaglio interiore connota il romanzo “Adamo a Gaeta”, uscito nel 1990 dopo lunga gestazione. L’autore, in una probabile induzione autobiografica, narra di un pubblico funzionario che lasciata Roma va a vivere a Gaeta per sottrarsi al problematico ambiente della capitale, anzitutto per recuperare la sua pace interiore. Un’illusione, perché si ritrova davanti i propri interrogativi esistenziali arrivando alla consapevolezza, in una vera e propria crisi spirituale, che la vita umana rasenta l’assurdità e diventa un peso opprimente. Nel 1997, pubblicata postuma, la silloge “Dopo il varo della porta”, una raccolta di liriche intense e di straordinaria sensibilità interiore.

Tornando al Premio internazionale Gennaro Manna, come si diceva, un successo la prima edizione, celebrata tra le colonne e i soffitti dipinti della splendida Sala Igea, sita al pianterreno del Palazzo della famiglia patrizia romana Mattei Orsini. A distanza d’una decina di giorni dall’evento, riflettendone ogni aspetto, oltre all’attenzione riscontrata nel mondo culturale della Capitale e sui mezzi d’informazione, è giusto ora darne una valutazione non emozionale ma ragionata e raccontarne in dettaglio lo svolgimento. Anima e motore del Premio è la figlia dello scrittore, Anna Manna, finissima poeta e infaticabile operatrice culturale, la quale, insieme alla sorella Elisa, ha fortemente voluto e progettato l’evento letterario e Le Rosse Pergamene del Nuovo Umanesimo. E’ lei stessa, Anna Manna, ad aprire lunedì 22 gennaio la manifestazione, con una riflessione a tutto tondo del valore primario della Cultura, sempreché sia affrancata da scorie, personalismi e altri interessi. Non senza un velo di commozione fa richiami a Gennaro Manna, un padre sensibile e profondo che l’ha educata alla cultura senza ricorrere al sussiego di lezioni genitoriali, ma solo all’adamantina chiarezza dell’esempio. L’educazione, insomma, impartita nella tenerezza, attraverso la testimonianza di valori universali incarnati nella quotidianità della vita. Un’educazione alla Cultura maiuscola, che lei stessa da sempre pratica e che connota ogni sua manifestazione, ogni evento. In ciò avvalendosi di prestigiose collaborazioni, che si fondano sulla stima reciproca, sull’amicizia vera, sulle affinità nel campo dei valori etici e culturali. Le sono infatti accanto, al tavolo della presidenza, i presidenti di giuria delle Sezioni che compongono il Premio, personalità dalle storie insigni nei rispettivi campi: Mario Narducci presidente della sezione POESIA, Anna Maria Giancarli per la sezione POESIA DONNA, Daniela Fabrizi per la sezione POESIA GIOVANI EMERGENTI, Liliana Biondi per la sezione SAGGISTICA, Goffredo Palmerini per la sezione GIORNALISMO, la stessa Anna Manna per la sezione L’ITALIA CON SENTIMENTO. Dalla seconda edizione si aggiungerà la Sezione SOCIOLOGIA, coordinata da Elisa Manna e riservata a giovani studiosi, il cui presidente di giuria sarà Giuseppe De Rita.

La Sala Igea è quasi del tutto ricolma di pubblico, ha in prima fila le personalità vincitrici del Premio. A differenza di altri premi in campo letterario, il Premio internazionale Gennaro Manna si connatura nel conferimento “per chiara fama” e ciascun presidente di giuria delle varie Sezioni traccia un profilo biografico dell’insignito e proclama la motivazione dell’attribuzione del riconoscimento. E’ Mario Narducci, giornalista di vaglia e poeta insigne, ad aprire da par suo la cerimonia di premiazione, con un omaggio poetico a Gennaro Manna, declamando una lirica che Narducci ha composto nel 2022, nel centenario della nascita dello scrittore casauriense.

 

A GENNARO MANNA

di Mario Narducci

 

Sempre ti porta il cuore

nel paese del vento

grembo della Maiella

figlio d’Abruzzo

che il dolente aprile

sottrasse ai caldi affetti

e a più degni allori.

 

Struggimento d’anima

le tue malinconie

Tocco Casauria fiata boschi

e passi di ragazzo

e tendevi la mano tra le querce

che videro Michetti

l’amico di D’Annunzio

correre per le strade dell’infanzia.

Tu eri l’ “uomo naturale”

che cercavi

nel profondo dell’anima

mite uomo, senza maschera

e ti portavi dietro

il bel San Domenico

e Santa Maria del Paradiso

e il  Castello Caracciolo

e il mondo puro

dell’età trascorsa

tra gente sempre tua. 

Se ne vanno i poeti

nel silenzio

ma echi distinti

la Maiella aduna

e fan cent’anni

dal vagito primo

e ti sentiamo

camminarci a fianco. 

Stava a due passi l’altro mite

del Morrone

senso di smarrimento

che ci coglie

eppure aprile torna

anche se insiste la malinconia.

La voce profonda di Narducci e i suoi versi toccano davvero le corde dell’anima. Poi con intense pennellate egli, per la sezione POESIA, descrive vita e opere del vincitore MASSIMO PAMIO. Nato a Tollo (Chieti) e residente a Chieti, saggista e scrittore, è direttore del Museo della Lettera d’Amore, museo unico al mondo, e direttore editoriale di Edizioni Mondo Nuovo. Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana per meriti culturali, Pamio ha lavorato nell’editoria fin dal 1978 e ha diretto le Edizioni Noubs per 20 anni. Ha curato la regia de I poeti, le città, il primo video girato in Abruzzo che mette a confronto un poeta con la propria città, indicizzato da IMDb, database mondiale di film e audiovisivi. Ha pubblicato in volume numerose opere. Le più recenti: le monografie Arrivabene/Pamio (2023); Bisandola/Pamio (2022); Cetera/Pamio (2021); Padovani/Pamio (2020); di saggistica Sentirsi sentire. Che cos’è il pensare (2020), Sensibili alle forme. Che cos’è l’arte (2019); di poesia Anonimie (Poesie 2010-2020), infine la curatela di D’Annunzio. Le più belle poesie e molto altro (2023). Mario Narducci motiva quindi il conferimento del premio con efficaci sottolineature critiche sul lirismo di Massimo Pamio, recentemente tra i vincitori del prestigioso Premio L’Aquila “Laudomia Bonanni”, consegnandogli poi la Targa. L’insignito ringrazia con annotazioni intense e con la declamazione di una sua bella lirica.

Anna Maria Giancarli, critica letteraria e poeta, illustra per la sezione POESIA DONNA la biografia della vincitrice NICOLETTA DI GREGORIO. Nata e residente a Pescara, poeta, è Presidente dell’Associazione Eremo Dannunziano e già Presidente della Fondazione PescarAbruzzo, dell’Edizioni Tracce e della Associazione Editori Abruzzesi. Ha pubblicato dieci libri di poesia. Hanno scritto di lei autorevoli personalità, tra le quali Tara Gandhi, Dante Maffia, Walter Mauro, Plinio Perilli, Davide Rondoni e Maria Luisa Spaziani. Ha vinto numerosi premi tra cui Milano International alla Carriera, Roberto Farina, Laudomia Bonanni, Un Bosco per Kyoto, Camaiore. Le è stato inoltre conferito il Ciattè d’Oro, massimo riconoscimento della Città di Pescara ai suoi personaggi illustri. Anna Maria Giancarli, infine, dà la motivazione del conferimento del Premio e consegna la Targa a Nicoletta Di Gregorio, la quale accompagna il ringraziamento con la lettura di due sue poesie.

Per la sezione POESIA-EMERGENTI è Daniela Fabrizi, docente e poeta, a descrivere la figura dell’autrice emergente, vincitrice del premio. E’ ROSA GIORDANO. Nata in Campania, interessata all’arte da sempre, si è occupata all’inizio di ricerca e sperimentazione teatrale fino a divenire interprete delle scritture di Eduardo Zampella e di Enzo Moscato. Nel 2003 è interprete in Metrafonos presso il teatro nuovo di Napoli ed è protagonista nella Rassegna Teatrale di Erfurt, in Germania. Dal 2020 frequenta il Corso di Poesia presso l’Università Popolare Eretina mostrando la sua versatilità con una produzione poetica inedita degna di ammirazione. Presente in numerose raccolte antologiche e alle manifestazioni di poesia a Spoleto, durante il Festival dei Due Mondi 2021 Esordisce nell’edito nel 2021 con la silloge poetica “Il Volo dell’Alce“. Imminente la pubblicazione della seconda silloge. Daniela Fabrizi motiva il premio e consegna la Targa alla vincitrice, che declama alcuni suoi versi.

Per la sezione SAGGISTICA è la presidente Liliana Biondi, saggista e già docente di Critica letteraria all’Università dell’Aquila a tracciare il profilo del vincitore ANGELO DE NICOLA. Nato a L’Aquila, laurea in Sociologia, giornalista professionista dal 1991 ed esperto in comunicazione con varie docenze universitarie, dal 1996 è caposervizio della cronaca dell’Aquila del quotidiano Il Messaggero. E’ autore di quindici libri, tra cui i saggi “Presunto innocente, cronaca del caso Perruzza” (2003, Edizioni Tracce), “Da Tragnone a Fidel Castro, gli eventi che sconvolsero L’Aquila” (2004, Edizioni Textus) e “La centesima rocca” (1998, edito da Bnl). Ha pubblicato il diario sul sisma del 6 aprile 2009 “Il nostro terremoto” (2009, One Group), e i saggi “Don Attilio Cecchini – Il giornalista di razza, il principe del foro, l’impolitico” (2018, One Group) e “Passione & futuro” (2019, One Group). Sulla figura di Papa Celestino V e sulla Perdonanza Celestiniana vanta otto pubblicazioni: i due romanzi “La maschera di Celestino” (2005, Edizioni Textus) e “La missione di Celestino” (2006, La Nuova Editrice) e i saggi “Il Mito di Celestino” (2010, One Group), “Trent’anni di Perdonanza” (2014, One Group),“Dante, Silone e la Perdonanza” (2021, One Group), “I Papi e Celestino V”  (2022, One Group), “Il primo Giubileo della Storia” (2023 One Group) e, con il giornalista Alberto Orsini, il libro-game “La Maschera di Celestino V” (2022, One Group). Numerosi i premi e riconoscimenti per l’attività letteraria e giornalistica. La presidente Biondi tratteggia di Angelo De Nicola la rilevante attività nella valorizzazione delle singolarità dell’Aquila, come la Perdonanza concessa da Celestino V nel 1294, su cui egli ha scritto numerosi libri, o come la Maldicenza Agnesina, secolare tradizione aquilana. Il rilevante contributo di De Nicola nel far meglio conoscere Papa Celestino V è meritorio, come la Perdonanza, ora riconosciuta dall’Unesco patrimonio immateriale dell’umanità. Notevole anche il suo impegno nella solidarietà, sostenendo le missioni delle Monache Celestine a Bangui, nella Repubblica Centrafricana, e a Manila nelle Filippine. Consegna quindi ad Angelo De Nicola la Targa del Premio, mentre De Nicola ringrazia e chiama a condividere il riconoscimento Francesca Pompa, presidente delle Edizioni One Group dove egli pubblica.

Per la sezione GIORNALISMO tocca a chi qui scrive tracciare il profilo della vincitrice LETIZIA AIROS. Pseudonimo di Anna Letizia Soria, nata a Roma. Laurea in Sociologia alla Sapienza, si è trasferita all’estero all’età di 23 anni, dapprima come dipendente del Ministero degli Esteri per quasi 7 anni in servizio a Mosca. Poi, trasferita nel 1993 negli Stati Uniti, lascia dopo un po’ l’impiego nelle sedi diplomatiche e inizia la carriera giornalistica collaborando con testate sia italiane che americane. Nel 2008 fonda a New York il network i-Italy che, sotto la sua direzione, diventa negli USA la maggiore testata multimediale in lingua inglese dedicata all’Italia. Il network ha sviluppato un programma televisivo in onda nella città di New York, una rivista bimestrale a stampa distribuita nelle maggiori città americane, un portale web e una web Tv con un raggio d’azione molto ampio sui social media. Diversi organi di stampa italiani ne hanno riferito con giudizi lusinghieri (Corriere della Sera, La Stampa, America Oggi, RAI ed altri). Tra i suoi libri si citano “L’America da vicino, l’Italia da lontano” (Edizioni Scientifiche Italiane) e “Guido: Italian/American Youth and Identity Politics” (Bordighera Press) co-curato con suo marito Ottorino Cappelli. Come direttore ed executive producer dell’unità video-Tv di i-Italy network, ha prodotto e curato la regia di diversi corti, spot informativi e pubblicitari, documentari sulla realtà italiana a New York e negli Stati Uniti. Tra questi una serie di documentari dedicata al rapporto tra le nuove e vecchie generazioni italo-americane intitolata “Nonni e nipoti dell’America italiana” e, più recentemente, la raccolta di centinaia di testimonianze video tra Italia e America sull’impatto economico-sociale durante la pandemia (#standupforItaly e #standupTogether). Nel 2010 è stata insignita dal Presidente della Repubblica dell’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine della Stella della Solidarietà italiana. Numerosi i premi e riconoscimenti per il giornalismo e per la sua attività all’estero. Di Letizia Airos chi qui scrive ricorda la stretta collaborazione con le testate di i-Italy e la presentazione del mio libro L’Aquila nel mondo che nel 2010 Mario Fratti e la Airos, insieme a me, fecero presso la New York University. Motivando quindi il valore della giornalista e manager del network i-Italy, consegno la Targa del Premio a Letizia Airos, che non senza emozione ringrazia anche Anna Manna per il prestigioso riconoscimento. Tra il pubblico, venuto a congratularsi con Letizia, anche Vincenzo Scotti, presidente della Link Campus University, già parlamentare e ministro della Repubblica per molti anni.

Per la Sezione L’ITALIA CON SENTIMENTO la presidente Anna Manna segnala il motivo del premio conferito a MIRA CARPINETA, di cui senza conoscerla ha apprezzato un libro nel quale l’autrice racconta la storia della sua famiglia e del paese della Marsica dove vivevano i nonni e genitori. Una storia “Na ota no…’” (Una volta nonna) che ha profondamente emozionato Anna Manna, richiamando antichi sentimenti legati a luoghi e tradizioni. Consegna quindi la Targa del Premio a Mira Carpineta. Nata a Teramo, laureata in Comunicazione Internazionale e Interculturale, con una tesi su Giornalismo e Politica, Mira Carpineta è giornalista pubblicista. Ha diretto per alcuni anni il periodico mensile cartaceo abruzzese Prima Pagina, di cui oggi cura i contenuti del sito web. Collabora con diverse testate italiane ed internazionali dirette alle comunità italiane all’estero. Attualmente ricopre l’incarico di vice direttore del giornale online Italianitalianinelmondo.com. Con il libro Na ota no’…, edito nel 2022 da Tabula Fati, esordisce nella scrittura narrativa, raccontando emozioni e sensazioni che scaturiscono dalle memorie ritrovate e da un lessico familiare evocativo di affetti profondi e di storie di straordinarie persone comuni.

La seconda parte del pomeriggio è dedicata alle Rosse Pergamene del Nuovo Umanesimo, con il conferimento dei Premi Speciali. E’ Daniela Fabrizi a motivare il PREMIO GENIUS LOCI conferito al giornalista internazionale GOFFREDO PALMERINI, per il suo straordinario impegno nel diffondere la cultura e le notizie della vita culturale italiana in tutto il mondo. Lei stessa, contattando un amico a Buenos Aires, ha avuto testimonianza diretta dell’attività giornalistica di Palmerini in Argentina e la sua notorietà, particolarmente per la conoscenza che ha dell’emigrazione italiana. Queste le ragioni dell’attribuzione del Premio Speciale a Goffredo Palmerini, e queste le note biografiche dell’insignito che nella sua laudatio Daniela Fabrizi espone. Nato a L’Aquila nel 1948, già dirigente d’esercizio delle Ferrovie dello Stato, Pamerini è stato per quasi trent’anni amministratore civico, più volte assessore e Vice Sindaco dell’Aquila. Scrive su giornali e riviste in Italia e sulla stampa italiana all’estero. Suoi articoli sono pubblicati in Argentina, Australia, Belgio, Brasile, Canada, Cile, Danimarca, Francia, Germania, Gran Bretagna, Lussemburgo, Messico, Perù, Repubblica Dominicana, Spagna, Stati Uniti, Svezia, Svizzera, Sud Africa, Uruguay e Venezuela. In redazione presso numerose testate giornalistiche in Italia, è collaboratore presso la stampa italiana all’estero. Ha pubblicato i volumi “Oltre confine” (2007), “Abruzzo Gran Riserva” (2008), “L’Aquila nel Mondo” (2010), “L’Altra Italia” (2012), “L’Italia dei sogni” (2014), “Le radici e le ali” (2016), “L’Italia nel cuore” (2017), “Grand Tour a volo d’Aquila” (2018), “Italia ante Covid” (2020), “Mario Daniele, il sogno americano” (2021) tradotto e pubblicato anche in Usa, “Mosaico di Voci” (2021), Il mondo che va (2022), Il mondo di Mario Fratti (2023). Lunga la lista dei premi e dei riconoscimenti per l’attività letteraria e per il giornalismo internazionale. Anna Manna e Daniela Fabrizi insieme consegnano la Targa aurea del Premio all’insignito.

Nel breve intervento di ringraziamento chi scrive, nato e residente a Paganica popoloso centro del Comune dell’Aquila, afferma come non poteva esserci combinazione più felice per ricevere a Roma il Premio Genius Loci, all’interno del magnifico Palazzo Mattei di Paganica, che affaccia su piazza Paganica, su via Paganica e vicolo Paganica, e che la famiglia Mattei Orsini per quasi un secolo, dalla metà del Seicento al 1753, ebbe il ducato a Paganica. Insomma, come sentirsi a casa. Per la sezione L’ESPRESSIONE ARTISTICA PER LA TERRA D’ORIGINE, con presidente di giuria la poeta e pittrice EUGENIA SERAFINI, dopo la sua stupenda lectio magistralis sulla sinestesia Poesia-Pittura, un secondo Premio Speciale viene tributato alla pittrice spoletina Giovanna Gubbiotti, che fa dono ad Anna Manna di un bellissimo disegno a matita ritraente il volto di Gennaro Manna. Feconda l’attività artistica dell’insignita, unitamente ad altri artisti umbri che fanno capo alla Bottega dell’Arte di Katy Laudicina, in Corso Mazzini nel cuore di Spoleto. Nel corso dell’evento è stata anche presentata la nuova presidente di giuria del Premio Genius Loci, in sostituzione della cara Iole Chessa Olivares scomparsa a maggio dell’anno scorso: si tratta della giornalista, scrittrice e drammaturga Antonella Pagano. Hanno concluso in bellezza la serata le autrici e autori di liriche declamando le loro poesie nel Recital “Ghirlanda dei versi della Speranza”: Massimo Pamio, Nicoletta Di Gregorio, Rosa Giordano, Eugenia Serafini, Antonietta Siviero, Anita Napolitano, Veronica Paredes, Silvana Leonardi, Giuseppina Palo, Candida Camarca. Un segno di attenzione alla Speranza di Pace che ci interroga, in questi tempi di violenza e di guerre.