Martedì 13 febbraio scorso, i Laboratori Nazionali del Gran Sasso dell’INFN hanno ospitato la Giornata Internazionale delle Donne e delle Ragazze nella Scienza con l’evento LA FORZA NASCOSTA: SCIENZIATE NELLA FISICA E NELLA STORIA, una pièce di prosa e canto, che, attraverso un viaggio nello spazio e nel tempo, ha fatto conoscere le storie di quattro Scienziate del Novecento: Marietta Blau, Chien-Shiung Wu, Milla Baldo Ceolin e Vera Cooper Rubin, per ricordarci come molte donne abbiano contribuito allo sviluppo della Scienza e della Società con la loro passione e il loro ingegno. L’evento è stato trasmesso in diretta dalla pagina Youtube dell’INFN e sul sito di RAI CULTURA.
La vita delle protagoniste si è intrecciata ai cambiamenti sociali e storici vissuti con coraggio ed entusiasmo da ognuna di loro, in un quadro internazionale caratterizzato da grandi sconvolgimenti. Il talento e la determinazione le hanno portate a raggiungere scoperte fondamentali per la comprensione della natura: dai metodi innovativi per rivelare l’essenza dei processi nucleari agli esperimenti sulle loro simmetrie nascoste, dalla natura sfuggente dei neutrini all’osservazione di galassie lontane. Purtroppo, non sempre i loro meriti e i loro contributi sono stati completamente riconosciuti.
Lo spettacolo, nato dalla collaborazione di un gruppo di ricercatrici Fisiche, Storiche e Teatrali è stato rappresentato per la prima volta in una sala sperimentale di un centro di ricerca internazionale, i Laboratori Nazionali del Gran Sasso.
“Abbiamo accolto con immenso piacere questo spettacolo all’interno dei LNGS. Molte scienziate e ricercatrici hanno dato lustro alla ricerca in fisica fondamentale ed è importante che, anche come messaggio per le generazioni future, si renda loro atto e merito dei contributi che hanno fornito alla comprensione dell’Universo” – ha affermato Ezio Previtali, direttore dei Laboratori del Gran Sasso – “ e mi fa piacere ricordare che degli attuali 20 esperimenti in corso presso i LNGS circa il 60% è capitanato da ricercatrici che si sono guadagnate sul campo la stima e il rispetto della comunità scientifica internazionale. Mi auguro che il messaggio di giornate come questa possano stimolare le ragazze più giovani a intraprendere la strada che porta alla ricerca scientifica fondamentale che trovo, dopo trenta anni di carriera, sempre affascinante e stimolante.”
Istituita nel 2015 dall’ONU, la “Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza viene celebrata l’11 di febbraio di ogni anno in contemporanea in tutto il mondo per sensibilizzare una maggiore presenza delle donne e delle ragazze nella ricerca scientifica. È necessario superare stereotipi e pregiudizi che ancora oggi vogliono le donne non portate per le materie scientifiche per raggiungere una completa parità di genere.
Numerosi e diversi sono gli interventi che l’INFN ha messo in campo negli ultimi anni per sostenere e aumentare la rappresentanza femminile nelle STEM: borse di studio e premi per studentesse, programmi di tutoraggio, concorsi nelle scuole.
“Le donne sono ancora fortemente sottorappresentate nelle discipline STEM. Un primo passo per aumentare il numero di scienziate è colmare il divario di genere nella scelta di studi universitari, incoraggiando le ragazze verso i percorsi accademici STEM” – commenta Sandra Malvezzi, componente della Giunta esecutiva dell’INFN – “Iniziative come queste, che permettono di conoscere il reale contributo dato dalle donne al progredire della scienza, possono ispirare le ragazze che ritrovano nelle protagoniste dei modelli positivi da seguire.” conclude Malvezzi.
Grazie alla collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di L’Aquila lo spettacolo verrà replicato il 14 febbraio presso il Teatro dell’Accademia durante un evento dedicato alle scuole. Saranno presenti circa 130 studenti provenienti dalle scuole superiori di secondo grado di L’Aquila e Teramo. Al temine dello spettacolo gli studenti incontreranno le autrici dell’opera e le ricercatrici dell’INFN a cui potranno rivolgere domande sulle tematiche dello spettacolo e sulla loro esperienza all’interno del mondo scientifico.
La stampa interessata a partecipare all’evento presso l’Accademia di Belle Arti (9.30-12.00) è pregata di comunicarlo entro le ore 13.00 del 13 febbraio a: info@lngs.infn.it
Eventi realizzati con il supporto del Genera Network dell’INFN (https://www.genera-network.eu)
Sito web progetto : https://laforzanascosta.to.infn.
Brevi note delle scienziate protagoniste dello spettacolo.
Vera Cooper Rubin (Filadelfia, 23 luglio 1928 – Princeton, 25 dicembre 2016) – Astronoma americana che compí osservazioni fondamentali sulle orbite delle stelle attorno al centro della loro galassia e sulla distribuzione di galassie nell’Universo, arrivando a stabilire la loro organizzazione in ammassi. A lei, si deve la scoperta dell’anomalia del moto delle stelle nelle galassie, evidenza sperimentale a sostegno della teoria della materia oscura formulata da Fritz Zwicky negli anni ’30.
Marietta Blau (Vienna, 29 aprile 1894 – Vienna, 27 gennaio 1970) – Fisica nucleare austriaca fu pioniera nella rivelazione e nello studio dei processi fra particelle elementari mediante emulsioni fotografiche, stabilendo un metodo che fu alla base della Fisica Nucleare nel ‘900. Portò alla luce le proprietà dei raggi cosmici e delle particelle ad alta energia, scoprendo il fenomeno delle stelle di disintegrazione nella spallazione nucleare.
Chien-Shiung Wu (Liuhe, 31 maggio 1912 – New York, 16 febbraio 1997) – Fisica nucleare cinese, trasferita negli Stati Uniti prima della Seconda Guerra Mondiale, divenne un riferimento nello studio del decadimento beta e della fisica nucleare. Progettò e realizzò un celebre esperimento che dimostrò la violazione della simmetria di parità nei processi dominati dalle interazioni deboli, aprendo nuovi scenari in Fisica e la via al premio Nobel per Lee e Yang.
Milla Baldo Ceolin (Legnago, Verona, 12 agosto 1924 – Padova, 25 novembre 2011) – Fisica delle particelle italiana, colta e poliedrica, prima donna ad ottenere nel ’63 la cattedra presso l’Università di Padova, dove si era laureata nel 1952. Le sue ricerche sulle interazioni deboli si estesero dallo studio dei mesoni K nei raggi cosmici, ai neutrini e le loro oscillazioni, alla stabilità della materia. Visse da protagonista la transizione dalla “small science” dello studio delle particelle mediante emulsioni nucleari alla “big science” dei grandi acceleratori.