Eccoci a riflettere sul secondo anello della cosiddetta ‘catena della sopravvivenza’. Riguarda ancora la cultura dell’emergenza e in particolare la rianimazione cardiopolmonare di base. Si tratta dell’enorme e radicale differenza che, in un evento drammatico, fa la presenza o meno di persone addestrate alla RCP. In altre parole, la vera differenza sugli esiti di un evento drammatico, cioè sul come andrà a finire (vita o morte
in una morte cardiaca improvvisa, in un soggetto apparentemente sano, vittima esanime in modo rapido ed inatteso), la fase sul posto ci sono o meno persone che conoscono perfettamente il BLS e reagiscano immediatamente, intervenendo sulla vittima con valutazionie manovre efficaci, in attesa che il soccorso sanitario giunga sul posto per un intervento definitivo. Va infatti precisato che la vera preoccupazione che motiva l’impegno nella diffusione della cultura dell’emergenza, e l’obiettivo del BLS, sta proprio nel cercare di fornire un’immediata ossigenazione di emergenza al cervello, per prolungare così la sua sopravvivenza, visto che rappresenta la parte più importante e nobile della vita umana. Perché se trascorrono anche solo 5-6 minuti dal momento della cessazione dell’attività cardiaca, senza che alcuno provveda a questa ossigenazione d’emergenza al cervello, questo subirà progressivamente danni irreversibili. Il segreto della maggiore probabilità di sopravvivenza alla morte cardiaca improvvisa per arresto cardiorespiratorio sta quindi nella prevenzione del danno anossico cerebrale (danno da mancanza di ossigeno per interrotta circolazione sanguigna). I fattori indispensabili a realizzare tale preziosa prevenzione sono il tempo (il più breve possibile) e la conoscenza del BLS, di facile apprendimento per chiunque. Quindi, per ‘sistema emergenza’ in campo sanitario, non possiamo intendere solo e semplicemente un numero di emergenza (118) che risponda prontamente, che ci dia adeguati consigli ed invii un equipaggio che sappia risolvere il nostro problema drammatico di salute, ma implica anche che tanta gente abbia avuto l’intelligenza e lungimiranza di seguire un pur breve corso di formazione di primo soccorso, imparando così a sentirsi parte della ‘catena dei soccorsi’. Non a caso, nelle nazioni civili più moderne si persegue la formazione alla cultura dell’emergenza e il BLS viene insegnato fin dalle scuole elementari. Infatti, basta un corso di circa 8 ore per imparare ed essere abilitati all’esecuzione del BLS, dopo aver superato un non difficile test finale. In uno spazio così limitato non possiamo certo presentare il materiale completo riguardante il BLS, ma indichiamo nel riquadro* i riferimenti per la formazione nell’emergenza sanitario (il 118 della ASL dicompetenza) ed i recapiti delle associazioni di volontariato che assicurano di anno in anno, sotto il coordinamento del Servizio 118 della ASL, la formazione BLS (Basic LifeSupport), aperta a tutti. Essenzialmente, in questo tipo di corso, si impara a riconoscere una situazione di vera (e non solo apparente) emergenza sanitaria. Significa saper valutare la sicurezza della scena ed i parametri vitali (stato di coscienza, respiro ed attività cardiaca), essere capaci di effettuare manovre efficaci per sostituirsi alla respirazione naturale ed all’attività cardiaca spontanea, se assenti … ritardando cosìl’instaurarsi dei danni cerebrali irreversibili. Si accresce, al contempo, di circa 4 volte la possibilità di recupero alla vita della vittima! Nel prossimo ‘anello’ parleremo anche delle straordinarie possibilità della defibrillazione cardiaca precocissima, in grado di alzare tantissimo la percentuale di sopravvivenza in morti altrimenti certe.