Non si nasce genitori. Si sa.
C’è chi ciprova, e tra sbilanciamenti in corso d’opera, cadute e risalite, distrazioni e spasmi al cuore, va avanti in ampio modesti percorsi. E c’è chi non lo diventa mai, nonostante la prole. Allo stesso modo, non si nasce insegnanti. Anche questo si sa. Nonostante corsi universitari, tirocini, specializzazioni, e via dicendo. Alla stregua dei genitori, anche i docenti mettono, per così dire, le mani in “paste” infantili e adolescenziali. Talvolta in misura maldestra, provocando inconsapevolmente danni sostanziosi. Non visibili nell’immediato, ma a lunga scadenza. Come il latte pastorizzato. Inoltre, in comunione con mamma e papà, anche maestri e professori riscuotono esigui “massaggi” dell’animo e del portafoglio per il lavoro svolto. Almeno in Italia. Tanto che, quando sbottano, riescono anche a sparare titoli a nove colonne sui giornali. Una schifezza. In soccorso agli aspiranti insegnanti (per i genitori psicologi ed esperti del ramo famiglia tracimano di suggerimenti ovunque) voglio segnalare il “Vademecum per neo docenti” (Edizioni Albatros) di Elisa Lucarelli, napoletana trapiantata in Abruzzo, professoressa di lingua Francese. Sintetico, concreto, esplicito, il libretto ha il pregio di chiarire, fin dalle prime pagine, come stanno le cose, una volta entrati in classe e guadagnata la cattedra. Per diventare, si spera prima o poi, un docente con la “D” maiuscola. Cioè, spiega la Lucarelli, una persona che racchiude tutte le componenti trattate nel vademecum. Cioè: passione per l’insegnamento, abnegazione verso gli alunni, costante aggiornamento personale. Sarà per questo che, nel concorso nazionale, appena iniziato, per dirigenti scolastici, solo in Abruzzo si sono candidati in 1272? Quasi tremila docenti (da vari ordini di scuola) che aspirano a lasciare l’insegnamento per la scrivania da preside. Magari se Elisa Lucarelli l’avesse scritto prima il suo vademecum…