E’ apparso in prossimità dell’abitazione di un assessore comunale uno striscione con una scritta che esprimeva un giudizio critico nei confronti del medesimo assessore.
Un giudizio critico generico e generale, che tuttavia è stato sufficiente alla destra al potere della città per gridare all’atto di intimidazione verso l’assessore obiettivo della critica e per costruire una narrazione che ripropone il vecchio schema amico/nemico, bene/male, legalità/illegalità.
Uno schema rinforzato dal comunicato che la destra ha prodotto sulla vicenda, dai contenuti, questi si, minacciosi e intimidatori. La destra, nell’esprimere solidarietà all’assessore e nel chiedere alle forze di opposizione di manifestare «una chiara presa di posizione, una condanna netta che sgombri ogni dubbio circa possibili e non più accettabili connivenze», non è riuscita a nascondere la sua natura autoritaria, arrogandosi il diritto di stabilire chi sia gradito in città e chi non lo sia, bollando come intimidatorio uno striscione che, di contro, ha contenuti leciti, non violenti, espressione di un sacrosanto e legittimo diritto di critica.
Tanto più se esercitato verso una amministrazione sorda ad ogni richiesta di dialogo, del tutto indisponibile, come ha più volte dimostrato il vice sindaco, ad ascoltare e a prendersi cura delle istanze dei cittadini che vivono profonde condizioni di disagio.
Quello striscione è dunque uno strumento legittimo di comunicazione che dà voce a chi non ha voce.
Chiarissime le finalità perseguite con questo comunicato, ma ci torneremo dopo. Per il momento è necessario ricordare alla destra, e purtroppo anche al Partito Democratico, che si è subito ed in maniera acritica precipitato ad esprimere solidarietà all’assessore, il contenuto dell’art. 21 della nostra Costituzione, «Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure».
Ricordare ancora una volta che la Corte costituzionale ha costantemente affermato la valenza centrale della libertà di manifestazione del pensiero nel nostro ordinamento costituzionale.
Ricordare ancora una volta che la stessa Corte ha sempre posto un forte accento sul rapporto tra libertà di manifestazione del pensiero e regime democratico, affermando che la prima è «pietra angolare dell’ordine democratico» (sentenza n. 84 del 1969), «cardine di democrazia nell’ordinamento generale» (sentenza n. 126 del 1985).
Definire intimidatorio, come hanno fatto il sindaco e i gruppi di maggioranza, il contenuto di quella critica è espressione di una attività essa stessa intimidatoria, che ha come ulteriore finalità la compressione delle libertà fondamentali.
La critica può piacere o può non piacere, può essere perfino urticante, ma è “la pietra angolare dell’ordine democratico”, è “il cardine di democrazia dell’ordinamento generale”. Tentare di sopprimerla con attività intimidatorie equivale e colpire “il cardine della democrazia”.
Ma la vera finalità di quel comunicato “intimidatorio” è provare a distrarre l’attenzione dei cittadini dai veri e stringenti problemi della città.
Sono modalità che la destra utilizza tipicamente. Lo fa a livello nazionale, lo fa sui territori, lo fa anche a Giulianova. Da un lato cerca un nemico da additare, lo indica al pubblico ludibrio e lo ammanta di illegalità per rinforzare la pubblica riprovazione; dall’altro, vuole che si distolga l’attenzione dai suoi fallimenti. La città è in uno stato di abbandono vergognoso. Le periferie sono lasciate letteralmente marcire, sia sul piano della gestione delle aree pubbliche che su quello delle vite delle persone che le abitano. Una condizione di degrado e di disagio che sta diventando sempre più vergognosa e che fa da inaccettabile contrasto con le lucidi e interessate attenzioni mostrate nella parte centrale del lungomare monumentale.
Degrado e disagio sociale che i ragazzi del “Campetto occupato” hanno cercato negli anni di combattere, con iniziative di inclusione, di recupero di spazi abbandonati, di coinvolgimento virtuoso delle persone.
Giulianova è una città in piena crisi economica, sociale, occupazionale. La città con le sue periferie rischia di precipitare in una drammatica fase regressiva. Non ci lasceremo intimidire, non ci lasceremo distrarre. Continueremo il nostro impegno a difesa della città, dei suoi cittadini, dei suoi meravigliosi luoghi.
Giulianova, 22.08.2024
Gruppo consiliare Comune di Giulianova NOS.NOI / COLTURA POLITICA