Un libro, un luogo d’Abruzzo a cura di David Ferrante: VIAGGIO IN RIMA ALLA RISCOPERTA DELLA VALLE DI NERFA

«Queste, sono di Nerfa le bellezze

Site nel basso, medio e nelle altezze

Somiglia, questa valle, ad ampia nave

Ristretta in prua; in poppa larga e grave!»

La Valle Di Nerfa è un libricino che ha la bellezza di 93 anni e la casa editrice Tabula Fati di Chieti lo ha ri-editato con grande interesse. I  curatori dell’edizione 2024 sono Mira Carpineta, Angelo Fracassi e Carmina Palleschi, ma l’autore di quest’opera, che ha, appunto, più di novant’anni, è il Maestro e Commendatore Francesco Di Marzio. Lo scrittore di Pagliara dei Marsi si firma con uno pseudonimo che evoca atmosfere avventurose e medievali e con il nome di un luogo ben preciso dove ci sono i ruderi di un antico castello: Rupe di Gerifalco.

La Valle di Nerfa è una valle montana marsicana in provincia de L’Aquila. La Vallis de Nerphea, il cui nome potrebbe avere origine dalla lingua marsa con il termine ner-bhe che significava forte, oppure dalle lingue safine di orgine osco-umbra e da nerf ovvero principe. In entrambi i casi Nerfa promette magnificenza.

Rupe di Gerifalco descrive la Valle di Nerfa attraverso rime baciate, in versi endecasillabi e quartine perché, come scrisse lo stesso a introduzione dell’edizione del 1931: «Non ho usato la prosa; ma la poesia, in quartine, endecasillabe a verso baciato. Sistema più ambito, chiaro ed alla portata di ogni intelligenza degli abitanti. Ho usato la poesia, anche perché più rara e più dilettevole, specie tra i nostri pastori e montanari, che la preferiscono alla prosa. Non sempre agl’impulsi del cuore, ben rispondono la penna e la favella…»

Conosciamo altri dettagli de La Valle Di Nerfa da Mira Carpineta, una delle curatrici di questa nuova pubblicazione.

Com’è nata l’idea di questo libro?

«Questo libro in realtà viene da molto lontano, dal 1931, ha più di 90 anni ed è stato l’artefice dell’incontro tra molte persone. Nel mio caso, nella preparazione del mio precedente lavoro, ero alla ricerca della fonte di alcuni versi particolari che avevo spesso sentito citare dai miei familiari, ma in modo incompleto. Così ho iniziato una ricerca sul web e poi sui social, dove in una bellissima pagina ho trovato persone con i miei stessi interessi e la mia stessa passione. Uno di loro in particolare, Angelo Fracassi, annunciò di avere ritrovato, in un’antica libreria di famiglia, un libricino contenente il poemetto che racchiudeva quei versi. Lo mise a disposizione di tutti e decidemmo di tentarne una ristampa grazie alla disponibilità di Marco Solfanelli e alla sua cura per la memoria storica.»

Di cosa parla?

«L’autore del libro, il Maestro e Commendatore di Pagliara dei Marsi, Francesco Di Marzio, si firma con uno pseudonimo molto particolare: Rupe di Gerifalco, un nome che in realtà indica un luogo ben preciso, dove i ruderi di un antico castello raccontano storie di briganti e cavalieri. La particolarità e l’originalità di questo libricino è nella forma della scrittura scelta dall’autore, ovvero le rime baciate, in versi endecasillabi e quartine. Insieme ad Angelo Fracassi e Carmina Palleschi con cui abbiamo curato la riedizione, abbiamo evidenziato la peculiarità del modo usato per descrivere luoghi, paesaggi, tradizioni e genti che grazie alle rime, appunto, è entrato, ed è rimasto, nella memoria collettiva delle popolazioni dei cinque paesi descritti, arrivando fino a noi grazie ai nostri nonni che ce le hanno declamate. La Valle di Nerfa  inizia dove i monti “Dogana e Aurunzo fanno sella”, ai bordi della piana del Fucino, l’antico lago prosciugato già dall’imperatore Claudio 2000 anni fa e poi dal principe romano Alessandro Torlonia. Comprende cinque paesi: Petrella Liri, Cappadocia, Pagliara dei Marsi, Castellafiume e Capistrello. Il viaggio attraverso i cinque paesi della valle, descritto da Francesco Di Marzio è lo stesso che compie il fiume Liri, che “serpeggia la valle a torti giri” e testimonia i cambiamenti sociali avvenuti nel territorio, passato da un’economia lacustre e rurale alle prime forme di industrializzazione, con le officine, la centrale elettrica, la cartiera. Ci siamo accorti, rileggendolo, di quante  affinità ci siano  tra il tempo descritto dall’autore, il 1931, ed oggi. Il Commendatore ha scritto il poemetto per “valorizzare la Valle e le sue peculiarità”, ed è in fondo anche quello che noi stiamo facendo oggi con il recupero di questi bellissimi versi.»

Oltre alla descrizione geografica dei luoghi, nel libro ci sono tante altre informazioni e dettagli sulla valle e soprattutto sui suoi abitanti.

«Aver usato le rime è stato un “espediente” utilissimo per la trasmissione e la memorizzazione dei testi perché anche le persone analfabete potevano impararle e declamarle, come hanno fatto  i nostri nonni. È proprio attraverso la trasmissione orale che tanta cultura popolare viene trasmessa e ci ha raggiunto fino ad oggi. I canti delle tradizioni liturgiche, gli stornelli e i mottetti che scandivano la quotidianità rurale, i proverbi che tramandavano il sapere della vita contadina. Attraverso queste testimonianze, oggi sempre più rare, possiamo scoprire la storia su cui poggia la nostra attualità.»

Avete tenuto molte presentazioni estive di La Valle Di Nerfa.

«Gli eventi di presentazione tenutisi ad agosto scorso in tutti e cinque i paesi della Valle di Nerfa descritti nel libro, sono stati realizzati dalle diverse associazioni pro loco dei paesi coinvolti e dai loro attivissimi rappresentanti: Aurora di Marzio e Tonino Meco per Pagliara, Nadia Bussi per Castellafiume, l’associazione Amici dell’Emissario per  Capistrello. Presenti, oltre al numeroso e folto pubblico, la Sindaca di Pagliara e Castellafiume Giuseppina Pirozzi  e l’assessore Emiliana Salvati di Capistrello. A moderare gli eventi il giornalista Alfio Di Battista

Vi lascio alle rime sulla bellezza della Valle di Nerfa.

   

I  curatori di:

Rupe di Gerifalco –  La Valle Di Nerfa Nella Marsica con i suoi cinque paesi: Cappadocia, Petrella Pagliara, Castelfiume e Capistrello – 

Tabula fati, Chieti, 2024

 

Mira Carpineta nasce a Teramo nel 1964, Laureata in Comunicazione internazionale e interculturale con indirizzo giornalistico, è giornalista pubblicista iscritta all’ODG Abruzzo. Ha diretto fino al 2015 il magazine mensile “PrimaPagina”, un periodico abruzzese di cui oggi gestisce i contenuti del sito web. Scrive articoli per numerose testate in lingua italiana nel mondo, dalla Svizzera all’Australia. Ha pubblicato nel 2023, Na ota nò… (Tabula fati, Chieti), un volume di memorie storiche e familiari su Capistrello. Attualmente ricopre l’incarico di vicedirettore del mensile romano dedicato ai nostri connazionali all’estero: ITALIANItalianinelmondo.com.

Angelo Fracassi, Laureato in Scienze biologiche, svolge la sua attività professionale nel campo della sicurezza alimentare. Profondamente legato al suo paese di origine, Capistrello, ha contribuito a farne conoscere aspetti nascosti e storie del passato attraverso varie pubblicazioni tra cui La Confraternita di Nostra Signora del Sacro Cuore. Una storia di Capistrello dal ‘600 ai nostri giorni (2012). Appassionato anche di tradizioni popolari insieme a Carmina Palleschi ha raccolto una serie di canti popolari nel volume Dialoghi abruzzesi tra memoria e futuro (Kirke, 2021) che raccolti in un CD, costituiscono la prima pubblicazione di registrazioni di canti di tradizione orale per Capistrello. Una ulteriore raccolta di canti tradizionali è stata pubblicata in Ad horam nonam, Nuove ricerche sul Sacro Triduo abruzzese fra pratiche sonore e devozione (Kirke, 2022) che rappresenta una analisi sistematiche della tradizione popolare e canora del triduo pasquale a Capistrello. Attualmente partecipa alle attività delle associazioni di volontariato del paese, l’AVIS – Associazione Volontari Italiani Sangue e Gli amici dell’Emissario ETS, che ha contribuito a fondare.

Carmina Palleschi, capistrellana doc, anche se romana per necessità lavorative, insegnante di scuola per l’infanzia, con la passione per la realizzazione di costumi teatrali. Impegnata nel volontariato, collabora con alcune organizzazioni noprofit, ma la sua “mission” è in realtà la ricerca e la conservazione del patrimonio culturale orale del suo paese di origine. Da anni, insieme ad Angelo Fracassi, raccoglie racconti, canti, tradizioni popolari, intervistando e registrando le voci delle persone – sempre più rare – depositarie di queste testimonianze, che poi pubblica sulle sue pagine social. Con il Centro Studi Marsicani e la pro Loco di Avezzano ha realizzato un cd e un volume per la Tavola Rotonda Ad Horam Nonam (Kirke, 2022), che rappresenta la prima  pubblicazione di canti di Tradizione orale per Capistrello.

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David Ferrante

Scrittore e sociologo, appassionato studioso e divulgatore della cultura popolare. Ha all’attivo diversi scritti d’impronta sociologica tra i quali due monografie pubblicate dalla Tabula fati e vari saggi all’interno di collettanee edite dalla Franco Angeli, dall’Università d’Annunzio di Chieti, ecc.

Tra i suoi lavori dedicati agli aspetti magici e leggendari della cultura popolare, oltre a diversi racconti, il saggio Tradizioni, riti e sortilegi del 24 giugno. San Giovanni Battista nella cultura popolare abruzzese (2018-2020). È ideatore e curatore delle antologie L’Ammidia. Storie di Streghe d’Abruzzo (2019), Fate, Pandafeche e Mazzamurelli. Storie di miti, superstizioni e leggende d’Abruzzo (2020) e Magare. Storie di Streghe d’Abruzzo v.2.

Nel 2022 esce la sua prima silloge personale Il dolore della luce. Racconti di streghe, fantasmi e d’amore in cui reale e irreale, amore e crudeltà cercano un punto d’incontro e di fusione.

www.davidferrante.it

www.abruzzomagico.it