Un libro, un luogo d’Abruzzo a cura di David Ferrante: LO SFOLLAMENTO DI RIPA TEATINA

Per diffondere informazioni occorre saper comunicare, essere capaci di attirare l’attenzione ed emozionare: in poche parole di saper narrare. Graziano Esposito racconta la storia d’Italia e d’Abruzzo, riuscendo a incuriosire e far conoscere fatti storici che, per i più, resterebbero nascosti nei libri e negli archivi di Stato: Esposito è uno storyteller della storia.

Graziano, originario e abitante di Ripa Teatina, ha conseguito la laurea in Filosofia con l’indirizzo storico e ha sempre coltivato la sua passione per la ricerca archivistica. È promotore di numerose iniziative, coopera con numerose scuole per la divulgazione storica e collabora con l’Archivio di Stato di Chieti per far conoscere e diffondere la consultazione e l’uso dei documenti storici.

Tra le sue pubblicazioni troviamo: L’incursione turca del 1566 e il culto di Santo Stefano a Ripa Teatina; Quei ragazzi di Ripa Teatina che hanno dato la vita per l’Italia; La chiesa madre San Pietro Apostolo di Ripa Teatina; Breve storia di Cupello. Dal documento agli avvenimenti; Sulle orme della Shoah: dall’uomo a Dio. Il significato filosofico dell’evento Auschwitz; Importanti ricordi storici interessanti il comune di Ripa Teatina nonché la di lei veneratissima immagine Maria SS, del Sudore, da un manoscritto di padre Isidoro Sebastiano.

Nel 2024 esce il libro Tra storia e memoria. Fascismo, Sfollamento e Liberazione a Ripa Teatina per le Teaternum Edizioni, in cui esamina un fenomeno molto sentito e raccontato dai nostri nonni e che meritava un approfondimento: lo sfollamento. In Tra storia e memoria si affrontano alcune vicende storiche del ventennio fascista, con particolare attenzione al dramma dello sfollamento e alla complessa fase della ricostruzione post-bellica. Graziano approfondisce i fatti e i personaggi che hanno caratterizzato lo sfollamento del suo paese Ripa Teatina e attraverso di essi illustra le dinamiche sociopolitiche di quel periodo in Abruzzo, tratteggiando un quadro che può essere considerato paradigmatico per molte altre località italiane. Ripa Teatina assurge ad archetipo delle città italiane che subirono le conseguenze del regime fascista e del conflitto bellico. Tuttavia, Esposito non si limita a una visione tragica della storia, ma mette in risalto la voglia di non arrendersi della popolazione abruzzese, mette in evidenza la grande volontà degli abitanti di ricostruire e di ricominciare.

(Graziano Esposito)

Riporto di seguito alcuni stralci del libro di Graziano che mi hanno colpito nel profondo:

«Nella primavera del 1944 in contrada S. Stefano di Ripa Teatina, nella zona detta “Scardalano”, e precisamente nella casa di Luigi Valente, s’insedia un distaccamento di soldati tedeschi. Uno dei soldati, già noto per le sue bravate da ubriacone e donnaiolo, una sera più ubriaco del solito esce dal comando e si avvia verso una casa colonica non molto distante. Qui abitano i coniugi Nicola D’Ortona e Anna Ferrara con la figlia quindicenne. I tre stanno dormendo nell’unica stanza al primo piano, mentre al pianoterra vi è la stalla. Nella notte il soldato tedesco bussa con veemenza alla porta, e poiché tardano ad aprirla cerca di abbatterla con spallate e calci. Nicola, svegliatosi di soprassalto, sbircia dalla finestra, subito scende le scale e apre la porta. Cerca di persuadere il militare a non disturbare i familiari e lasciarli riposare. Per tutta risposta il soldato estrae la pistola e la punta minacciosamente verso il contadino ordinandogli di prendere la figlia e trasferirsi nella stalla, mentre lui sarebbe salito a dormire con sua moglie, o se avesse preferito, gli avrebbe potuto lasciare la figlia e trasferirsi nella stalla con la moglie. Nicola, prima sconcertato e poi infuriato dall’insana richiesta del militare, finge di acconsentire e rientra in casa. Sale in camera, e con determinazione prende il rasoio, che di solito usa per radersi; ridiscende e senza proferire parola sferra un fendente verso il militare tedesco colpendolo alla gola. Il soldato si accascia a terra.»

I coniugi sanno bene cosa sarebbe successo quando i militari avrebbero scoperto l’omicidio, e per questo decidono di scappare a Bucchianico da parenti. Il soldato era riuscito ad arrivare alla vicina postazione tedesca prima di spirare. Seguendo le tracce di sangue, i soldati giunsero alla casa di Nicola: era lui l’assassino. Alle prime luci dell’alba, vengono rastrellati diciassette contadini e a tre di loro viene ordinato di riportare a Ripa la famiglia fuggiasca entro mezzogiorno, se non saranno tornati per quell’ora tutti i compagni verranno fucilati, e anche altri.

L’epilogo del racconto è da brividi, la dignità e l’onore di povere persone vittime di una guerra a loro estranea, mettono in pausa, per un giorno e in un piccolissimo paese abruzzese, la brutalità dell’essere umano.

«I tre partono e vanno nel primo posto dove pensano Nicola si sarebbe potuto rifugiare, ossia nella casa dei suoceri a Bucchianico, e infatti là lo trovano. Il povero Nicola racconta loro come vanno i fatti e con non poca resistenza, decide di tornare a Ripa con la moglie. Appena si presentano davanti al comandante, Anna, la moglie di Nicola, prende l’iniziativa e si pone fieramente davanti all’ufficiale tedesco. Comincia a parlare con decisione e dichiara che è stata lei a uccidere il soldato. Lo ha fatto per difendersi, perché il militare voleva abusare di lei e della giovane figlia.

Il comandante rimane sorpreso dalle parole dette della donna e dopo qualche attimo di silenzio si rivolge a lei con severità e asprezza: “Sai quanto vale un soldato tedesco in tempo di guerra?”. Anna, per niente intimorita, risponde con fierezza: “E l’onore di una donna abruzzese non vale niente?”. Di fronte all’atteggiamento determinato della donna il comandante non ha dubbi, e dando una pedata al di dietro della contadina, ordina la liberazione di tutti gli ostaggi.»

Graziano Esposito – Tra storia e memoria. Fascismo, Sfollamento e Liberazione a Ripa Teatina –Teaternum Edizioni, 2024

 

 

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David Ferrante

Scrittore e sociologo, appassionato studioso e divulgatore della cultura popolare. Ha all’attivo diversi scritti d’impronta sociologica tra i quali due monografie pubblicate dalla Tabula fati e vari saggi all’interno di collettanee edite dalla Franco Angeli, dall’Università d’Annunzio di Chieti, ecc.

Tra i suoi lavori dedicati agli aspetti magici e leggendari della cultura popolare, oltre a diversi racconti, il saggio Tradizioni, riti e sortilegi del 24 giugno. San Giovanni Battista nella cultura popolare abruzzese (2018-2020). È ideatore e curatore delle antologie L’Ammidia. Storie di Streghe d’Abruzzo (2019), Fate, Pandafeche e Mazzamurelli. Storie di miti, superstizioni e leggende d’Abruzzo (2020) e Magare. Storie di Streghe d’Abruzzo v.2.

Nel 2022 esce la sua prima silloge personale Il dolore della luce. Racconti di streghe, fantasmi e d’amore in cui reale e irreale, amore e crudeltà cercano un punto d’incontro e di fusione.

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