AL CONSIGLIO COMUNALE MOLTE DOMANDE ( E POCHE RISPOSTE) SUL CASO DELFICO

Oggi, 16 gennaio 2025, al Parco della Scienza di Teramo si è tenuto un animato Consiglio Comunale che ha visto numerose interrogazioni dell’opposizione sulla “ferita aperta” dal sequestro del Liceo Delfico avvenuto il 3 ottobre 2024.

Le domande più incalzanti sono state proprio sul provvedimento restrittivo per il quale,  ad oggi, secondo quanto dichiarato dal Sindaco nelle sue risposte, né il Comune, né la Provincia, nella persona dell’attuale presidente, hanno presentato istanza di dissequestro.

Su questo fatto diversi consiglieri hanno chiesto perché ancora nessuna delle istituzioni preposte ha ritenuto necessario fare questa azione, per una scuola che con i suoi 93 anni di storia rappresenta una parte preponderante dell’anima stessa della città.

In questi mesi tuttavia,  la cittadinanza ha avuto modo di apprendere dalla stampa locale le numerose ipotesi alternative sulla “scuola jolly” che dovrebbe fungere da soluzione temporanea e la sua eventuale collocazione: parcheggi a ridosso del centro, ex stadio comunale, area scuola D’Alessandro sempre in prossimità del centro e dulcis in fundo, area scuole tecniche Pascal-Forti di via Cona, nella estrema periferia ovest della città.

Da qualche giorno quest’ultima ipotesi sembrerebbe concretizzarsi in base alle dichiarazioni del presidente della Provincia che ha annunciato l’apertura del cantiere.

Le considerazioni che scaturiscono da questa che sembra a tutti gli effetti una maniera “caotica e barocca”, per usare eufemismi, sono diverse e tutte molto argomentate.

La centralità della scuola, che muove una popolazione, studentesca e non,  di circa 2000 persone, rappresenta un importante indotto anche per l’economia del centro storico, già duramente depauperato da annose scelte politico-economiche discutibili. La sua chiusura ha determinato uno tsunami sia per i ragazzi, frettolosamente smistati in diverse scuole cittadine, sia per i convittori che vi risiedevano durante l’anno scolastico, sia per il personale docente e non docente, educatori ecc. che ne assicuravano la funzionalità in tutti i suoi aspetti logistici e scolastici. Il complesso infatti comprende scuole medie, licei, doposcuola, attività. Ma bisognava ripristinare il diritto all’istruzione e alla convittualità.

La soluzione tampone, emergenziale, doveva servire a trovare la soluzione strutturale per ripristinare la continuità formativa, ma ad oggi non è stato raggiunto nessun risultato.

Ma perché il Delfico ha subito il sequestro? Quali sono le ragioni che hanno spinto un giudice a mettere i sigilli ad una struttura che nel corso dei suoi 93 anni di vita è sopravvissuta a terremoti e cataclismi vari fino ad ottobre scorso?  E perché non è stata ancora presentata l’istanza di dissequestro, come primo atto logico?

A queste domande non sono seguite, purtroppo, risposte, né incomplete né parziali.

E si che si sta decidendo della vita di bambini e ragazzi, minorenni, che la scuola e la società civile adulta dovrebbe proteggere e tutelarne i diritti. Si sta decidendo  dove e come dovranno studiare per anni, prima che si trovi una soluzione che ripristini innanzi tutto la dignità delle persone coinvolte e delle istituzioni.

Cambiamenti radicali che comportano persino cambiamenti logistici, trasporti, collegamenti, sicurezza… e che segneranno inevitabilmente intere generazioni di giovani teramani, come se non avessero già subito gli sconvolgimenti della pandemia. Sempre loro, i ragazzi, i bambini, sballottati tra DAD e lezioni a giorni alterni, orari alterni e cosi via, a cui oggi si chiede di stare in container per anni, in periferie senza collegamenti adeguati con il centro, isolati ed esposti.

Sembravano archiviati nella memoria i giorni dei container e invece eccoli qua, che si ripropongono come un piatto pesante, indigesto, perché quegli adulti, che dovrebbero essere i loro difensori, protettori, tutori non sono in grado di trovare una soluzione meno invasiva e traumatica di un altro “fantasma” angosciante che a volte si chiama terremoto, a volte pandemia, a volte  sequestro.

Ma mentre per un evento naturale si può farsene una ragione, come si può accettare un atto che ad oggi non ha una spiegazione plausibile né una soluzione dettata dal buon senso?

Nel frattempo questi bambini cresceranno, ma in che modo?