Ci abbiamo messo vent’anni a risolvere il problema del canile. Ora non possiamo continuare a rimanere indietro”. A parlare è Piero Di Silvestre, presidente del comitato di quartiere di Colleparco, al quinto anno di mandato. “I cittadini sono infuriati – spiega l’energico Di Silvestre – perché vent’anni fa
hanno comprato case costruite in zone dove costruire non si poteva, e ora vivono sapendo che prima o poi potrebbe succedere qualcosa”. Negli anni Ottanta i costruttori realizzarono delle vere e proprie colline artificiali, composte con terreno proveniente da altre zone, e hanno finito per costruirci sopra. Palazzi di cinque o sei piani con fondamenta che affondano nell’acqua del terreno, e che tendono a scivolare. Il risultato di questo lavoro viene così testimoniato dal presidente di quartiere: “Oggi l’amministrazione deve ricorrere continuamente ai ripari, mettendo rinforzi in cemento in una rotonda o tappando voragini a Coste S.Agostino. Con soldi pubblici ovviamente, così a pagare siamo tutti noi cittadini, invece che i costruttori di allora, o chi diede loro le autorizzazioni varie”. Di Silvestre si dice comunque fiducioso per il futuro, è riuscito a far sentire la propria voce, “battendo il pugno sul tavolo” come ama dire, e strappando al sindaco Brucchi la promessa di poter attingere ai fondi regionali PISU (Progetti Integrati di Sviluppo Urbano) per la riqualificazione del quartiere: “L’università è una cattedrale nel deserto, e lo stesso Rettore, più volte contattato, non ha mai risposto alle nostre richieste di promozione del territorio. Abbiamo presentato progetti al Comune, già approvati, per la realizzazione di bar, supermercati e agenzie per l’affitto di case a studenti, e ci stiamo impegnando affinché il servizio urbano possa collegare finalmente Colleparco a Villa Mosca. Perché un universitario deve fare lunghi spostamenti per comprarsi un pacco di pasta?” Di Silvestre ricorda l’impegno con gli assessori Fracassa e Di Stefano per lo smantellamento del canile, dove gli animali vivevano in condizioni disastrose. “Il randagismo a Teramo era sparito, perché gli animali venivano abbandonati dalle nostre parti. Se abbiamo risolto quel problema vuol dire che possiamo risolvere anche quelli nuovi, che si sono presentati in un quartiere che sta cambiando rapidamente. Vorrei che i politici non si presentassero qui solo a ridosso delle elezioni”.