Esordio del giovane
scrittore teramano
Davide Orsini
Romeo e Giulietta
di William
Shakespeare –
Adattato in prosa
e per tutti",
distribuito da
Fermento editore di Roma. Davide Orsini,
scrittore teramano, classe 1984, esordisce
anche come narratore con un bel colpo
di classe, ovvero una trasposizione in
chiave romanzo di uno dei capolavori della
letteratura teatrale di tutti i tempi.
"Romeo e Giulietta" è una storia
profondamente sedimentata
nell'immaginario collettivo. Se tradurre
è in qualche modo già tradire, che cosa
è stato "riadattare"?
Il primo pensiero è stato proprio quello di
"macchiare" in un certo senso un capolavoro,
impoverendone le suggestioni che il testo
originale riesce a comunicare.
Tuttavia il lavoro di adattamento a romanzo
mi ha permesso di sfondare il muro delle
parole, per entrare nella testa dei protagonisti
e sviscerarne emozioni, pensieri, riuscire a
suggerire al lettore quel che di solito è abituato
a vedere passivamente quando si confronta
con adattamenti cinematografici e teatrali. In
un mondo che si fonda sull'immagine, evocarle
tramite un romanzo invece che spiattellarle
sul video è una sfida moderna proprio perché
implica un ritorno a pratiche a cui siamo
disabituati: usare l' immaginazione per farsi il
proprio film in testa.
Cosa può dire oggi questa storia nella
nuova veste?
Pur se scritta secoli fa, Romeo e Giulietta è
la storia di due ragazzini di sedici anni che
provano l'amore per la prima volta. Per questo
è così sedimentato nell'animo collettivo (e c'è
chi la ama e chi la odia) e per questo che ha
un senso ancora oggi scriverlo e riproporlo.
E' ancora modernissimo nell'affrontare dubbi
e paure di una generazione che si attacca ai
proprio simili e all'amore per non sprofondare.
Quanto è stata importante l'esperienza
teatrale per comporre questo lavoro?
In fondo, si è trattato di fare, in un certo
senso, da regista. Un'altra curiosità: ha i
lavorato su una traduzione italiana o
direttamente sul testo inglese?
L'obiettivo era quello di restituire con la maggior
fedeltà possibile il testo shakespeariano,
filtrandolo con un linguaggio più semplice e
accessibile al grande pubblico.
Tuttavia lavorare sulle descrizioni, gli ambienti
e persino pensieri dei personaggi mi ha
concesso una certa libertà nel rievocare la
Verona di quel tempo, inserendo dettagli che
non c'erano nelle esili didascalie del testo
teatrale.
E anche nel quarto atto ho inserito soluzioni
affascinanti per rendere il racconto ancor più
ricco di contrasti e sfumature. Ho lavorato
direttamente dall'inglese.
Qualche accenno alle tue prospettive.
Dopo aver pubblicato Romeo e Giulietta e
avere un altro adattamento shakespeariano
in previsione, ho pubblicato con la casa
editrice Avagliano un piccolo racconto-saggio
sull'impatto dell'immigrazione cinese nel
tessuto industriale di Prato.
Inoltre, sto curando l'edizione di alcuni
romanzi classici con la casa editrice Nobel,
tra cui gli Appunti sui polsini di Bulgakov e La
valle della luna di Jack London. Una grande
soddisfazione è arrivata qualche settimana
fa al festival del cinema di Roma, dove nella
sezione Extra è stato proiettato Il pranzo di
Natale, film partecipato in cui c'era anche un
corto documentario scritto a 4 mani con il
regista Stefano Lodovichi, dal titolo Figli di Dio.
Ma il sogno rimane sempre quello del cinema
e della tv: ho diversi progetti sul punto di
partire e uno per la tv che invece ho già
scritto e le cui riprese cominceranno a fin e
novembre: una docufiction sugli ultimi anni di
Giovanni Pascoli, diretta da Stefano Lodovichi
e prodotta per commemorare il centenario
della sua morte.