Dibattito acceso in questo periodo sul destino dei Consorzi BIM, finiti nel mirino dei tagli del governo. La discussione si incentra sull’importante parere che i Comuni consorziati avrebbero dovuto esprimere sull’eventuale scioglimento dei suddetti consorzi con conseguente trasferimento delle competenze agli stessi
Comuni. Anche dalle nostre parti, il dibattito ha creato orientamenti differenti nelle varie amministrazioni locali facenti parte dei due principali Consorzi provinciali: Bim Vomano – Tordino (26 Comuni) e Bim Tronto (8 Comuni). I Bacini Imbriferi Montani sono stati istituiti con la Legge 27 dicembre 1953 n. 959 dove l’articolo 1 stabilisce che “i concessionari di grande derivazioni d’acqua per produzione di forza motrice, anche se già in atto, le cui opera di presa siano situate in tutto o in parte nell’ambito del parametro imbrifero montano, sono soggetti al pagamento di un sovracanone per ogni chilowatt di potenza risultante dall’atto di concessione”. E proprio questo sovracanone annuo a titolo di risarcimento pagato dall’Enel per lo sfruttamento dell’acqua destinata alla produzione di energia elettrica rappresenta il centro della polemica. I sostenitori dell’abolizione dei Bim ritengono che a partire dal loro scioglimento i canoni verrebbero pagati direttamente ai Comuni (un vero toccasana per i bilanci), e assorbimento dei dipendenti del consorzio
da parte dell’amministrazione locale. Favorevole il sindaco di Penna S.Andrea, Andrea Fabri, che insieme ai sindaci di Rocca S.Maria e Valle Castellana si è fatto promotore dell’ iniziativa pro-scioglimento dei Bim. “Il mio Comune è stato tra i pochi a deliberare, entro il termine indicato dalla Regione, il parere favorevole allo scioglimento- sottolinea il sindaco -, pur
essendoci qualche opinione favorevole,nessuna giunta ha deliberato un parere ufficiale sulla questione. La situazione è più chiara nel Consorzio Bim del Tronto dove si respira aria di rinnovamento, ma lo stesso non può dirsi in quello del Vomano-Tordino dove la resistenza di alcuni Comuni sta mettendo a dura prova la riuscita del progetto. Il motivo per cui il sindaco Fabri è così acceso nel sostenere la conclusione “dell’esperienza Bim” è perché ritiene fermamente che molti deisoldi percepiti vengano spesi nella gestione dell’ente e che in un eventuale passaggio di consegne non si creerebbero problemi, in quanto l’Enel è obbligato al pagamento dei canoni. Per rendere più incisivo il suo intervento il sindaco riporta l’esempio dei comuni aquilani che non consorziandosi, percepiscono direttamente i canoni dall’Enel, tutto a vantaggio della collettività. Coloro che, invece, sono contrari alla soppressione dell’ente, lodano l’importanza che il Consorzio ha nella gestione del territorio. Tra questi, il sindaco di Crognaleto, Giuseppe D’Alonzo che, pur non avendo deliberato nessuna decisione in merito, è molto chiaro a spiegare il suo appoggio pieno all’ente Bim. “Del problema possono darsi due chiavi di lettura; se facciamo semplicemente riferimento alle somme che grazie alla L.R. 25/11, entrerebbero nelle casse di ogni singolo comune facente parte del Consorzio stesso, sfi do di riuscire a trovare un solo sindaco che direbbe il contrario. Se invece approfondiamo bene la questione, ci rendiamo conto che in questa politica giusta di soppressione degli enti inutili, il BIM non può farne parte in quanto esso è una struttura utile e di supporto all’attività di ogni singolo territorio. Il Consorzio conduce un’attività amministrativa a favore dei Comuni che diversamente non troverebbe ragione sia per la complessità della controparte (Enel) sia perché non ne hanno le capacità economiche, tecniche e giuridiche come ad esempio per la questione degli aumenti dei sovra canoni. Non da tralasciare in tal senso è il riconoscimento dell’IMU (ex ICI) sulle occupazioni effettuate dall’Enel, che grazie alla Feder-Bim troverà, forse, una soluzione defi nitiva per i Comuni; ciò comporterebbe un introito importante per la redazione del bilancio comunale. Il mio Comune ha realizzato tre opere pubbliche: una piazza a Frattoli, un parcheggio a Cesacastina, una partecipazione nella realizzazione della sede comunale e tante altre piccole attività utili e necessarie per il territorio. Quanto costa tutto questo? Il 18% del dovuto al mio Comune. Credo che queste somme siano ben spese almeno al momento! Vedremo in seguito se ci saranno rettifi che o aggiustamenti da fare.”