Rapino è una piccola frazione collinare della provincia di Teramo. È stata colpita come altri comuni dal terremoto del 2009. Abbiamo ascoltato Giovanni di Francesco, responsabile di quartiere: ” Diciamo che dall’amministrazione del 2007 ci ritroviamo con le stesse problematiche. Nonostante abbiamo
inviato al sindaco una lettera elencando i problemi da risolvere non abbiamo avuto risposte adeguate. Innanzitutto ci sono le strade da sistemare, che presentano buche, e numerose frane (tredici – quattordici in tutto). Non è stata messa ancora in sicurezza la strada di collegamento tra Rapino e la Statale 150 (Montorio- Roseto). Almeno i guard-rail nei punti più a rischio. Sistemazione campetto di calcio adiacente alla piazza. Toponomastica (denominazione delle vie) e pulizia e manutenzione delle strade. Manutenzione con apporto di ghiaia sulla circonvallazione Ovest, Chiesa Colle Adamo e contrada Metate, se non è proprio possibile asfaltarla in tempi brevi. Miglioramento dell’attività di raccolta differenziata. Completamento dell’illuminazione pubblica nel centro storico, dove le lanterne non sono antiche bensì vecchie e insufficienti. Avevamo anche chiesto un ampliamento del cimitero. Dal terremoto la chiesa è ancora chiusa. Ci siamo arrangiati in un prefabbricato in legno donatoci dall’Associazione Nazionale Alpini. L’unica cosa fatta dall’Amministrazione Pubblica è l’autorizzazione a tenere questa baracca per le funzioni domenicali. Non siamo forniti di trasporto pubblico. Ci siamo attivati con delle iniziative culturali per riportare l’attenzione sulla nostra frazione. Abbiamo organizzato, il carnevale per i bambini; a Natale c’è stata la mostra “I dolci degli altri” per far conoscere dolci delle altre nazioni. È stato fatto anche un documentario (andato in onda su Teleponte) sugli anziani del paese che raccontavano le vecchie leggende e paure. Mi rendo conto che siamo una delle ultime frazioni, ma siamo stati quasi abbandonati”.