Qualche tempo fa è comparsa sulla stampa locale una lunga teoria di interventi alle arterie viarie di Teramo. In realtà, si vedono solo moltissime rotonde, di alcune delle quali non si sente particolarmente la necessità, come quella dinanzi all’università di Colleparco; altre sicuramente molto più utili, come nell’incrocio, trafficatissimo e con automobilisti assolutamente indisciplinati, tra via Fonte Regina, viale Crispi, via dell’Areoporto–nessun errore, è scritto proprio così!- e il
ponte San Ferdinando. Certo, si dirà, anche sugli scontrini dei parcheggi c’è scritto che Teramo è “la città delle biciclette”. Ovviamente è solo uno slogan che nulla ha a che fare con le reali condizioni del capoluogo. Fermo restando che le bici che il Comune gentilmente concede in noleggio vadano restituite dove le si è prese e non in qualunque altro parcheggio-scambio della città e si è responsabili della sparizione della medesima, l’impressione che si ottiene è che queste due ruote siano una cattedrale nel deserto. Se è vero che l’amministrazione locale si è adoperata per l’acquisto delle bici, è altresì reale che per muoversi da un posto all’altro non esistano percorsi ciclabili propriamente detti. E’ pur vero che Teramo è fatta di continui anche se di poco conto “mangia e bevi” (ciclisticamente un continuo salire e discendere) che poco invogliano chi si pone per la prima volta dinanzi ad un velocipede, ma occorrerebbe, come dicono quelli colti, un “rapporto dialettico” fra le varie stazioni di parcheggio. Le proposte ci sono: dotare la città di più sensi unici, con via Po come “ingresso” alla città e circonvallazione Spalato ed il ponte San Ferdinando percorribili solo verso Giulianova, in “uscita”. Lo spazio che si creerebbe –inferiore ad una normale corsia per auto!- potrebbe essere utilizzato per una riparata pista ciclabile. Così si invoglierebbero i teramani al noleggio/ uso della propria bicicletta, col miglioramento delle condizioni di salute dei concittadini e la riduzione dell’inquinamento. Molti sono infatti i cicloamatori che lamentano, oltre all’arroganza degli automobilisti che considerano i ciclisti trasparenti ed incorporei, anche la mancanza di percorsi all’uopo. Sono anni che si sente parlare di pista ciclabile tra Teramo e Giulianova e di un’altra che colleghi San Benedetto a Pescara. Campa cavallo…che il traffico cresce.