Secondo la Federazione di Sinistra di Roseto è “l’ultimo teatrino della politica”. E’ la vicenda CIRSU-SOGESA. Come si sa, CIRSU sta per “Consorzio Intercomunale Rifiuti Solidi Urbani” ed è una società costituita dai comuni di Bellante, Mosciano, Giulianova, Roseto, Morro d’Oro e Notaresco. Nel 2002 è divenuto, per imposizione dell’articolo 35 della finanziaria del 2001, una società per azioni. Alla fine del 2004, CIRSU spa si scisse costituendo la CIRSU patrimonio
spa, cui andarono patrimonio ed impianti della CIRSU spa. Come in ogni italica vicenda che (non) si rispetti, nel 2008 è stata deliberata la fusione per incorporazione della CIRSU patrimonio all’interno della CIRSU spa; il “polo tecnologico” veniva dato in gestione completa-tecnica ed operativa- alla SOGESA spa. La domanda è semplice: perché scomporre e ricomporre inutilmente? Ovviamente dove passa la politica non crescono più i soldi: gli amministratori della cosa pubblica sono capaci di affossare malamente anche la migliore impresa. E’ notizia di pochi giorni fa che il Comune di Giulianova avrebbe quasi tre milioni di debiti: 1 milione e seicentomila col CIRSU e un milione e trecentomila con SOGESA. Di questi, almeno un milione va versato entro l’anno. Per far fronte, niente tagli: solo mostruosi aumenti della TARSU e, forse, aliquota massima dell’IMU. E’ il cane che si morde la coda: il CIRSU, grazie ad una gestione non proprio oculata, naviga in un mare di debiti con un sacco- mai termine fu più appropriato- di crediti non riscossi; gli operai non sono pagati e spesso scioperano, lasciando i Comuni serviti con le pattumiere piene; i Comuni stessi, per recuperare quei soldi che servono al CIRSU, aumentano le tasse. Parafrasando una frase di una nota canzone di Zucchero, è il caso di scrivere: “Niente di nuovo, tranne le imposte per noi”.