La asl di Teramo e la gestione Varrassi sono arrivati al primo giro di boa. Dopo 18 mesi di incarico è iniziata la verifica del mandato e dei risultati ottenuti e la relazione della sua attività di gestione, verificata e integrata dalla relazione del Comitato ristretto dei sindaci, sarà sottoposta alle conclusioni del governo regionale che entro il 31 agosto ne deciderà l’approvazione. Il manager aquilano, nello stilare l’atto aziendale ha indicato le linee
programmatiche della futura gestione dell’ASL teramana, tenendo presenti le indicazioni fornite dalla regione. Il dottor Filippo Gianfelice, segretario regionale Anaoo –ASSOMED, il maggior sindacato dei Medici Ospedalieri, ha rilevato che: “considerata la necessità di procedere alla riorganizzazione della rete ospedaliera, con necessari tagli a strutture complesse, secondo quanto indicato dalle Linee guida commissariali, mi sembra che gli obiettivisi siano raggiunti, anche se tuttavia l’atto aziendale è migliorabile. In alcuni punti sono state disattese le indicazioni del Piano di rientro – spiega il dottore – per esempio, la riduzione delle unità operative complesse così come indicato, comporta necessariamente la riorganizzazione della rete ospedaliera, con l’eventuale riconversione di alcune strutture; inoltre se occorre stringere la cinghia, questo si faccia, ma il metodo deve essere applicato anche in ambito amministrativo. Credo giusto che il direttore generale possa scegliere di rispettare le eventuali esigenze territoriali e tecniche andando in deroga alle indicazioni di riduzione. In altre ASL di questa Regione ciò è stato fatto, rispettando equilibri territoriali, come nella ASL di l’Aquila dove permangono alcune specialistiche doppie, e derogando anche ad alcune limitazioni, mentre qui a Teramo no. Infatti mancano alcune unità complesse come neuropsichiatria infantile, farmacia territoriale, fisica sanitaria, che si sarebbero potute inserire migliorando il quadro complessivo. Poco si parla nell’Atto Aziendale dell’integrazione ospedale – territorio, che rappresenta la seconda colonna della riorganizzazione della rete ospedaliera: se manca la interconnessione con distretti e strutture territoriali l’intero impianto salta”. Per quanto riguarda invece la convezione con l’Università dell’Aquila, il dottor Gianfelice spiega che “nel maggio dello scorso anno, con uno sforzo non indifferente, abbiamo integrato la convenzione esistente con l’università de L’Aquila: in quel momento la necessità di salvaguardare un territorio quale quello della Val Vibrata insieme alle difficoltà reali di assumere personale hanno condotto a queste scelte che soccorso sarà sempre in difficoltà – sostiene ancora Gianfelice – Così come per le liste di attesa. A fronte di un’aumentata offerta c’è anche un eccesso di domanda. Un recente studio di radiologi dice che il 50% delle richieste inviate sono inappropriate e l’80% delle risposte negative. E’ necessario quindi governare la domanda. Formare chi la produce dando dei corretti percorsi ai medici di medicina generale. Dall’altra parte bisogna rendere più facile la risposta. La richiesta urgente deve essere rapidamente soddisfatta, ma il controllo o una seconda visita possono aspettare un po’ di più”. E conclude infine sulla mobilità passiva dell’ASL di Teramo, di cui tanto si parla: “è fatta soprattutto d’interventi di cataratta, varici e protesi d’anca: tutti interventi, questi, di basso peso, cioè meno gravi e sono soprattutto realizzati non in Ospedali Pubblici, ma verso case di Cura private, che spesso speculano sulla malattia dei pazienti. In altre ASL di questa regione la mobilità passiva è molto bassa, perché le case di cura l’hanno nel proprio territorio, noi purtroppo le abbiamo a pochi km dal confine nord della nostra regione. Sono sicuro che il nuovo sub commissario dott. Zuccatelli saprà trovare la soluzione al problema”.