«Viviamo il titolo di quest’anno come autocoscienza, non come slogan. Il Papa ci ha fatto capire l’alternativa tra una realtà vissuta come disturbo e una percepita come compimento della nostra vocazione». Quando il treno arriva alla stazione di Rimini Fiera è un turbinio di colori, un vociare continuo.
Lo hanno ribattezzato il treno del Meeting e sono tanti gli abruzzesi che hanno preferito evitare lunghe code in autostrada e scegliere di viaggiare tutti insieme. L’appuntamento al Meeting di Rimini per molti è ormai una tradizione. Una giornata di vacanza che si coniuga con una riflessione importante con la propria vita. E sono proprie le parole di don Julian Carron, la guida di Comunione e Liberazione, citate sopra, a spiegare perché in tanti hanno scelto di visitare gli stand della fiera di Rimini, ascoltare gli incontri, visitare le mostre.”La natura dell’uomo è rapporto con l’infinito” è stata la traccia, quel sottile filo rosso, che ha condotto tutti dalla filosofia al rock, dalla scienza allo sport, passando per le testimonianze di chi, ognuno nel proprio lavoro, nella propria vita, ha capito che nulla si può se non ci si pone di fronte all’infinito. Un Meeting aperto dal premier Mario Monti, tanto da suscitare clamore e scalpore non solo sulla stampa nazionale laica ma anche in quella religiosa, come famiglia Cristiana. Si offre così l’occasione per scoprire e sperimentare ulteriormente che a Rimini si apre un luogo di confronto e di riflessione, dove idee spesso diverse e contrapposte vengono messe in discussione, fino a paragonarle e integrarle con il tema del Meeting. Ogni gesto quotidiano, che va da quello fatto in famiglia, sul luogo del lavoro e finanche in politica ha bisogno di dare un senso al proprio destino. E l’infinito si apre. Al punto che il discorso di Monti non era quello stabilito, lo ha cambiato trovandosi di fronte la folla plaudente, il ministro Passera si è messo a prendere appunti, come uno studente davanti alla prof. Oltre un milione di persone in una settimana per una kermesse che ha visto impegnati quattromila volontari. Tra questi anche tanti abruzzesi, spesso neolaureati e giovani lavoratori che hanno voluto coniugare la volontà di essere presenti con l’impegno in un servizio gratuito. La gente scesa dal treno della Sangritana si è perso in mille rivoli, ognuno diretto verso il proprio centro di interesse. Una mostra su Dostoevskij oppure quella sulla Fabbrica del Duomo di Milano. I più giovani vengono attratti dalle parole di nespoli, l’astronauta italiano che verso l’infinito ci è andato a bordo di un mezzo spaziale e che ha scoperto che la ricerca di infinito parte dal proprio io. I più giovani vengono attratti anche dagli stand commerciali, dal nuovo Frecciarossa delle Ferrovie dello Stato, ai progetti ecosostenibili di Enel. Prevale la tecnologia 3d, capace di catturare interessi e attenzioni.Non mancano i confronti con personalità del mondi politico, di quello scientifico e di quello religioso, dove gli scontri si trasformano in contronti. Decine di incontri quotidiani che spaziano tra l’economia, la filosofia, la storia, la letteratura, che attraverso quell’iniziale filo rosso riconducono alla realtà di ciascuno, al proprio rapporto con l’infinito. Il calare del sole porta verso musica e spettacoli, dal rock al flamenco. Anche la musica, non solo quella classica, cerca di dare risposte a questa ricerca continua La sera il treno multicolore riparte dalla fiera verso l’Abruzzo. Tanta gente ancora, facce stanche, zaini carichi di libri, i più piccoli con i gadgets “conquistati” nei vari stand, diventati trofei da mostrare agli amici una volta tornati in città. In molti ripartono carichi anche di un nuovo impegno con il proprio destino. La scoperta che il Meeting è soprattutto un momento educativo. Il miracolo più grosso che può accadere al Meeting è il cambiamento del cuore per cui anche verso quelli che vi potrebbero irritare di più si sente un sentimento di compassione. Si viene educati ad accogliere ogni essere umano di cui la nostra compagnia è così riccamente e variamente assortita senza scandalo, per un traboccare di grazia.