Gent.le direttore,
sono un commerciante ambulante di porchetta e mi reco, insieme a mia moglie, giornalmente,in alcuni paesi della provincia di Teramo dove,
dopo tanti anni di attività sono riuscito a conquistarmi clienti e fiducia. La mia attività, quindi, è mobile e per poter accedere e sostare sul suolo pubblico, è necessario pagare al Comune che visito, secondo un calendario settimanale predisposto, un canone di posteggio attraverso il quale ottengo l’autorizzazione di ubicare il mio mezzo in un posto pre-stabilito. Questa costanza nell’occupare un determinato spazio ha degli indubbi vantaggi in quanto mi permette, innanzitutto, di evitare sprechi inutili di tempo e di organizzazione, ma soprattutto permette ai miei clienti abituali di trovarmi e visitarmi con facilità, acquistando i miei prodotti. Purtroppo, però, nonostante sia ligio nell’adempimento dei miei obblighi nei confronti dei Comuni nei quali svolgo la mia attività circa le autorizzazioni e il pagamento,da anni soffro, lotto invano e mi arrabbio, per una situazione ricorrente che accade nel Comune di Montorio al Vomano. Premettendo che ivi mi reco due volta a settimana, e che il mercoledì, giorno di mercato non ho mai riscontrato problemi, la situazione è ben diversa il sabato. Quando, secondo l’autorizzazione del comando dei vigili urbani, dovrei posizionarmi davanti alla sagrestia della Chiesa di San Rocco; ma quando arrivo, nel 90% dei casi, trovo il mio posto occupato da macchine parcheggiate. Ho già sollevato la questione agli organi competenti ottenendo una promessa di impegno nella risoluzione della controversia che non è stato mai onorata. E’ vero che nel posto c’è un cartello di segnaletica che indica il divieto di posteggio nella mattinata del sabato, ma è mobile e spesso viene spostato dagli irrinunciabili guidatori. Per questo sono costretto a recarmi a largo Rosicano, e scegliere un posto a caso per potermi fermare e iniziare a lavorare, perdendo tempo, ma soprattutto accumulando nervosismo. Devo ammettere che quando sono “fuori posto” non ho mai ricevuto nessun richiamo da parte dei vigili urbani di Montorio che conoscono la mia situazione, ma non voglio più che si ripeta questa tiritera perché costretto a spostarmi vado a occupare un posto che per legge e sulla carta non è mio e quindi sono potenzialmente abusivo. Ciò potrebbe significare che in caso di problemi o incidenti avrei la piena responsabilità e colpa per non aver ottemperato la legge e gli accordi presi . Sono tanti anni che questo problema si ripete e non sono mai riuscito a risolverlo in quanto si attiva un balletto delle responsabilità che non ha portato a nessuna soluzione efficace e ragionevole. Lucio Di Stefano
Abbiamo girato la sua richiesta “nervosa” a chi di competenza. Può leggere, di seguito, la risposta- intervista rilasciata dal vice sindaco, nonché assessore al traffi co e alla viabilità del Comune di Montorio al Vomano, Alfredo Nibid, alla nostra Adele Di Feliciantonio.
Assessore, esiste il problema esposto dal sig. Di Stefano? Sì, seppure sporadicamente, nei confronti di questo esercente, come pure nei confronti di altri concittadini che dovrebbero usufruire delle aree di sosta riservate, per le quali a volte il non rispetto delle regole da parte di alcuni parcheggiatori, rende vano il diritto. Mi riferisco alle aree di sosta riservate ai disabili e anche ad un parcheggio di cortesia riservato alle donne in gravidanza o alle puerpere, puntualmente occupato dalle autovetture in sosta. Come responsabile del traffi co cittadino sta pensando a una soluzione che permetta di risolvere il caso specifico e scongiurarne altri in futuro? In seguito alla redistribuzione della viabilità e dell’arredo urbano stiamo valutando un posizionamento stabile e defi nitivo della cartellonistica, al fi ne di garantire la sicurezza della viabilità pubblica e la tutela dell’attività privata. Il sig. Di Stefano può, quindi stare tranquillo? Assolutamente sì. Contiamo di risolvere a breve il problema, compatibilmente all’attuazione del nuovo piano traffico, sempre nel pieno rispetto delle regole.