Sopravvivere come costruttore è difficile, si arranca. Il segreto per me è stato differenziare: lavori pubblicie privati. Nel privato non solo nuove costruzioni, ma anche riparazioni”. Paolo, imprenditore edile, si sfoga. “Anche le banche erogano mutui a fatica. Se a chiederlo sono dipendenti statali con uno stipendio sicuro, concedono il mutuo, ma se il lavoro
è precario non concedono affidamenti. Oggi, purtroppo, se si lavora nel privato il lavoro è sempre precario, e questo lo sanno anche le banche”. Molti gli imprenditori che hanno dovuto cessare l’attività anche se proprietari di diversi alloggi. Se non si riesce a vendere si rimane chiusi in una spirale, banche che chiedono, giustamente, il rimborso delle somme erogate, fornitori che chiedono, correttamente, di essere pagati. Ma se non si vende non si incassa e così che un’azienda deve chiudere pur avendo capitali, purtroppo immobilizzati. Esistono, poi, meccanismi tesi ad influenzare a proprio favore il mercato. Promozione solo di alcuni appartamenti, quando c’è un mercato intero che attende