Ivo Lucidi Pressanti, ex ricercatore del settore optoelettronico ha fatto operazioni di ricerche di mercato. Dal 1980 ha lavorato in banca, acquisendo esperienza nel settore dove si rilasciavano mutui alla clientela. Nel 2008 è andato in pensione e si è dedicato alla mediazione immobiliare, aprendo un’agenzia.
“Non avevo previsto che ci sarebbe stata una caduta del settore di questa entità. Non ho memoria di una crisi di questa portata. Ricordo che in banca si davano facilmente mutui, le banche avevano sufficienti garanzie e se qualcuno non poteva pagare le rate rientrava comunque in possesso del proprio credito. Oggi non è più così, a causa della svalutazione del mattone le banche rischiano di riprendere solo 10% del loro investimento. Non è più sufficiente l’ipoteca sull’immobile a garanzia del prestito. La comunità europea ha imposto maggiori cautele nell’erogazione del prestito per cui vengono richieste maggiori garanzie. Che possono essere date da un parente, da deposito di titoli, o altro. Il che rende quasi impossibile per molti accedere a un prestito e all’acquisto dell’immobile. C’è poi un’inversione di tendenza. Mentre una volta ereditare una casa era qualcosa di positivo, adesso, faccio un esempio estremo, diventa un aumento di incombenze e oneri. C’è anche chi arriva a rinunciare all’eredità. E’ un caso limite, ma che aiuta a comprendere la situazione. La casa è stata sempre bene rifugio degli italiani, lo è tuttora, però il discorso degli investimenti è stato trasferito dal settore immobiliare a quello finanziario. Chi ha soldi da investire non li investe più in un immobile, ma magari in titoli. Negli anni ’80, anche chi non aveva risorse di liquidi, acquistava dal costruttore due appartamenti, dando solo la caparra al costruttore. Dopo qualche mese si rivendeva il secondo appartamento e con i soldi incassati si riusciva a saldare il costruttore. Si chiamava speculazione edilizia. Si riusciva perché l’inflazione era altissima, la domanda di case alta e quindi aumentavano di valore. Oggi non è più possibile. Il tasso di interesse rimane basso per limiti imposti dalla comunità europea. Costruire le case ha comunque un suo costo, i costruttori riducono personale e investimenti perché la richiesta è sempre più bassa. Si preferisce orientarsi verso l’affitto”.