Secondo il ministro della Salute, Renato Balduzzi,
“la sanità italiana non sta crollando perché i tagli colpiranno inefficienze e sprechi, che solo per beni e servizi ammontano a 3 miliardi l’anno”. Dunque, dovremmo stare tranquilli. Anche se, quando ci si ammala o a perdere la salute è una persona cara, diffi cilmente si pensa all’economia in ribasso o alla crisi internazionale. Eppure, secondo il Rapporto Osservasalute 2011, l’Italia appare un Paese sempre più ammalato, proprio a causa della crisi. Un Paese nel quale si rinuncia alla prevenzione per risparmiare e dove gli anziani temono di non permettersi cure in caso di bisogno. Se la nazione, nonostante le rassicurazioni del ministro, è stressata, nella nostra città la sanità mostra qualche crepa. Finiti i tempi d’oro degli uomini d’oro in camice che davano lustro all’ospedale in collina, della salute si parla essenzialmente in termini di denunce, rescissione di contratti, chiusure o accorpamenti di reparti, e via dicendo. Per cui, ci perdonerà Balduzzi, ma noi, da queste parti, tranquilli non stiamo. Anzi.