Mirco De Berardinis, parla dell’elezione del prof. Luciano D’Amico, Rettore dell’Università di Teramo.
Università di Teramo situazione controversa che si trascina da tempo che sembra aver finalmente trovato, non il miracolo tanto atteso ma una serie di iniziative da attuare che possano arrestare e poi iniziare a risolvere la decadenza dell’Ateneo teramano. Un programma ambizioso, che ad ascoltare alcuni referenti sembra non avere punti deboli, se non nella complessità dello stesso. Mirco De Berardinis consigliere degli studenti della Facoltà di Scienze Politiche ci parla dell’elezione del prof. Luciano D’Amico, quale Rettore dell’Università di Teramo. “L’elezione arriva in un momento decisivo per la nostra Università – esordisce De Berardinis, – perché l’Ateneo di Teramo che in passato ha conosciuto fasi di successo, ha avuto negli anni un calo sia dal punto di vista degli iscritti sia come qualità. Si arriva all’elezione del nuovo Rettore in un momento di svolta, quello che è mancato negli ultimi anni è stata un’idea. Con il vecchio Rettore c’è stata la tendenza a conservare come se bastasse la sola amministrazione degli uffici per far sì che l’UNITE fosse viva. E’ mancata – prosegue il consigliere, – la progettazione, una idea per il futuro. Adesso è il momento del cambiamento. Adesso o sarà troppo tardi”. Si parla di accorpamento? “Potrebbe finire così ma, l’elezione del prof. D’Amico dà fiducia un po’ a tutti; per la prima volta è stato candidato unico come Rettore. Questo perché ha rispecchiato la sintesi di tutte le componenti dell’Università. Secondo alcuni, io tra questi, questo è un segnale positivo. Cosa ha proposto di così innovativo? “Nel programma ci sono vari punti. Quattro fondamentali, il primo: rilancio della ricerca. Una Università è di qualità se fa ricerca e innovazione. Non dimentichiamo che il fondo di finanziamento ordinario (FFO), viene erogato dallo Stato per finanziare le Università ed è collegato alla qualità ed ai risultati della ricerca.” Tanto migliori saranno i risultati ottenuti mediante la ricerca, maggiori saranno i finanziamenti. “Collegata alla ricerca si curerà anche l’internazionalizzazione. Oggi non sei Università se guardi solo al tuo paese ma se guardi anche agli altri atenei in Europa. Incremento degli Erasmus, sia in entrata che in uscita. Ed infine incentivare gli Spin-off, che sono degli strumenti utili con i quali i laureati possono proseguire ed avere un rapporto di collaborazione, dopo la laurea, con l’università ed allo stesso tempo promuovere dei corsi di alta formazione post laurea. Altro punto importante è il cambio nella gestione logistica dell’Ateneo. Finito il tempo delle “vacche grasse” necessita fare dei tagli per recuperare delle risorse. La chiusura delle sedi di Giulianova e di Atri dove c’erano i corsi rispettivamente di Turismo e Scienze dello sport”. Possibili alternative nell’utilizzo delle strutture? “Si potrebbe pensare di utilizzarle per l’organizzazione di Master. I corsi di Laurea non possono restare lì, gli studenti sono pochi e i costi fissi non sostenibili, né giustificati. A volte è un problema anche per i professori recarsi ad esempio ad Atri per fare lezione a soli 5 ragazzi. E’ utile chiudere queste sedi distaccare per recuperare risorse e personale e portare tutto nel campus di Colleparco”. Si parla appunto, di campus di Colleparco. Progetti? “L’idea è quella di rilanciare fortemente il campus. Nel corso degli anni passati il dibattito sulla sede del campus è stato molto acceso, oggi è indubbio che l’Università sia a Colleparco. La sfida del nuovo Rettore è il rilancio di Colleparco. La prima idea, che sarà molto utile per gli studenti è quella di trasferire la mensa dentro al campus. C’è un progetto, realizzabile, che prevede l’accorpamento delle due biblioteche esistenti ed il riutilizzo di uno spazio per ospitare la mensa. Si pensa anche di tenere il campus aperto fino a mezzanotte con biblioteche e aule studio fruibili dagli studenti fino a tardi anziché fino alle 19, attuale orario di chiusura. Certo bisognerà sensibilizzare la PA affinché anche i trasporti vengano adeguati a questa nuova esigenza. Il Comune dovrebbe stare vicino all’Università e rafforzare la linea 6 e 7, anziché sopprimere corse. All’interno della riorganizzazione amministrativo logistica è previsto il trasferimento degli uffici siti in Viale Crucioli a Colleparco. Questo consentirebbe agli studenti di poter trovare tutto all’interno del campus: uffici amministrativi, mensa, aule studio e biblioteca. Adesso le situazioni che si verificano hanno del paradossale pensiamo ad uno studente che deve recarsi al campus per parlare con il manager didattico e poi recarsi, in autobus, in viale Crucioli per una registrazione e poi tornare a colleparco, sempre in autobus, per consegnare un foglio”. Passa la voglia di studiare! “Non dimentichiamo che la sede di Viale Crucioli non è più a norma. Situazione resa evidente soprattutto dopo il terremoto del 2009”. Utilizzo della sede di Viale Crucioli? “Potrebbe essere venduta e permettere recupero di fondi”. Il Programma del prof. D’Amico non ha punti deboli? “E’ complesso ed articolato. Necessiteranno molto lavoro, energie e tempo per realizzarlo. Intanto è fondamentale iniziare e farlo dagli interventi più urgenti. Di certo si impiegherà più tempo per la realizzazione del polo sportivo. Altro punto da realizzare ma con le dovute tempistiche e priorità”.