L’osteopatia è una scienza terapeutica fondata su una conoscenza precisa della fisiologia e dell’anatomia del corpo umano. Nonostante l’etimologia della parola, dal greco osteonosso e patos-sofferenza, è utile sfatare l’erronea opinione che l’osteopatia coinvolga soltanto le ossa.
Tramite approccio manuale, essa evidenzia disfunzioni e assenza di movimento non solo dell’apparato neuro-muscolo-scheletrico, ma anche dell’apparato cranio-sacrale e viscerale, e con manipolazioni e manovre specifiche si dimostra efficace per la prevenzione, valutazione e il trattamento dei disturbi di tali apparati. Il trattamento osteopatico può avvalersi di numerosi metodi e tecniche di trattamento, che vengono utilizzate indifferentemente in funzione della necessità terapeutica. Queste tecniche vengono convenzionalmente divise in tre grandi famiglie: Tecniche strutturali – che ristabiliscono la mobilità della struttura ossea, correggendo le posizioni spaziali delle articolazioni secondo i loro assi di movimento. La specifi cità e la rapidità delle manipolazioni consente, più o meno a breve scadenza, il recupero della mobilità articolare. Hanno una forte infl uenza neurologica, oltre che puramente meccanica, in quanto favoriscono l’emissione di corretti impulsi dalle e alle terminazioni della parte trattata. Tecniche cranio-sacrali – che agiscono sul movimento di congruenza fra le ossa del cranio, ristabilendone il normale “meccanismo respiratorio primario”, ossia quella combinazione di parte ossee legamentose, muscolari, membranose e fasciali che consentono il riequilibrio e l’armonia delle funzioni craniosacrali. Con queste tecniche si agisce in particolare e non solo sulla vitalità dell’organismo, qualità fondamentale che permette agli esseri viventi di reagire con efficacia agli eventi di disturbo provenienti dall’ambiente esterno e da quello interno. Tecniche viscerali – i lavori intrapresi da J.P. Barral sugli organi dell’addome hanno dimostrato che esiste una dinamica precisa: i visceri si muovono in modo specifi co sotto l’influenza della pressione diaframmatica. Questa dinamica viscerale può essere modificata (restrizione di mobilità) o scomparire. In questo caso, i sintomi di disordini funzionali di un organo corrispondono ad una dinamica anormale dell’organo. Applicando una tecnica specifica, l’osteopatia permette all’organo di ritrovare la sua naturale fisiologia e i disordini legati alla restrizione di mobilità saranno così corretti. Esiste da un punto di vista anatomico e funzionale una relazione tra i visceri e la struttura muscolo-scheletrica. Si sa, inoltre, che i visceri e gli organi hanno una mobilità propria e sono in relazione tra loro grazie a legamenti e pieghe delle membrane di rivestimento. La conseguenza è che una cattiva funzione della struttura (colonna vertebrale) può influenzare uno o più visceri e viceversa. Si possono trovare in persone che soffrono di mal di schiena, problemi di mobilità del fegato, del colon, del rene o dell’utero. Il trattamento osteopatico mira, con tecniche indirette attraverso l’addome e il diaframma, a ristabilire una buona mobilità viscerale. Poiché l’osteopatia riequilibra le funzioni vitali e agisce con uno scopo curativo, ma soprattutto preventivo, le indicazione per un trattamento osteopatico sono molto ampie e intervengono su pazienti di tutte le età, dal neonato all’anziano. L’osteopatia accompagna la donna nel corso della gravidanza, il bambino sin dai primi giorni di vita e lo sportivo nella sua attività. Tra i tanti casi che possono essere oggetto di cure osteopatiche troviamo: tendiniti, dolori articolari, cervicalgie, lombalgie, e qualsiasi dolore a seguito di un trauma importante (sportivo, incidente stradale, cadute), stress, stati ansiosi, depressivi, irritabilità, turbe del sonno, senso di oppressione, problemi circolatori agli arti inferiorie superiori, con presenza anche di crampi, congestioni venose. acidità gastrica, ernia iatale, turbe della menopausa, turbe e dolori mestruali, seguito di gravidanza, sindrome post-partum, rinite, sinusite cronica, patologie asmatiche, vertigini, cefalee, emicranie, problemi della nascita e della prima infanzia legati ad una parto difficile, disturbi del sonno. Inoltre, tutti gli interventi chirurgici a livello del busto: appendicite, varicocele, cesareo, colecisti, tiroide. Il campo d’azione dell’osteopatia esclude tutte le lesioni anatomiche gravi, ma anche tutte le urgenze mediche. In questi casi, non si tratta più di cercare il “punto debole” che ha permesso l’instaurarsi della malattia, ma di agire urgentemente, poiché la patologia in causa non può più essere combattuta con le sole difese dell’organismo. L’osteopatia non può guarire malattie degenerative, genetiche, infettive e/o infi ammatorie e le fratture, ma può avere un’azione sulle conseguenze, in particolare il dolore, con la liberazione delle tensioni delle strutture.