Breve viaggio tra le opinioni dei teramani sulle unioni civili delle coppie gay. La possibilità di poter accedere all’istituto del matrimonio per le coppie dello stesso sesso, che mira a eliminare nella legislazione esistente le disparità tra unioni eterosessuali e unioni omosessuali, unioni civili e coppie gayè una delle principali rivendicazioni della militanza
omosessuale in tutto il mondo. Molti paes hanno aperto le loro mentalità, ma soprattutto le loro leggi a questa richiesta. In Italia il tema sta diventando sempre più caldo e ha interessato molto anche la campagna elettorale. Alcune compagini politiche promettono la regolarizzazione delle unioni di fatto, altre le aborriscono, perché, tra l’altro, da esse scaturisce necessariamente anche il tema altrettanto delicato e spinoso delle adozioni e regolarizzazioni dei figli in queste unioni. Ma cosa ne pensano il paese reale e i teramani in particolare, di questa situazione?
Davide, 40 anni. Penso che la sfera intima debba essere di esclusivo dominio della persona, che lo Stato debba rispettare e tutelare le persone in quanto tali e non per le loro tendenze e i loro gusti sessuali. E’ inconcepibile e medioevale la discriminazione tra famiglie omo ed etero. Le persone non sono distinguibili in base ai propri orientamenti sessuali. Non mi convince, invece, l’aspirazione ad adottare bambini; questo è un tema delicato sul quale mi riservo ancora delle riflessioni. Non è detto che una coppia di genitori eterosessuali siano migliori di una omosessuale; abbiamo spesso sotto gli occhi la disperazione delle cosiddette famiglie “normali”, ma se lo Stato deve mettere al proprio centro la persona, anche il bambino da adottare lo è, e merita tutto il rispetto. Su questo punto sono combattuto.
Roberta, 48 anni. Detesto ogni forma di discriminazione o pregiudizio. Per questo considero gli omosessuali persone, a prescindere, anzi, talvolta con una spiccata sensibilità artistica e umana. Giudico una persona sempre in base ai propri comportamenti e non su stupide discriminazioni di razza, religione o gusti sessuali. Sulla regolarizzazione delle unioni di fatto credo che ci stia facendo troppa propaganda. In fondo molte coppie gay hanno già contratto matrimonio all’estero o convivono insieme come vere e proprie famiglie, quindi la mancanza di una legislazione non ha ostacolato i loro intenti. Mi sembra assurdo che manchi una protezione giuridica per chi convive e questo vale anche per le coppie eterosessuali e la previsione di un matrimonio civile per i gay. Eviteremmo migrazioni di massa negli altri paesi e soprattutto diventeremmo un paese civile a tutti gli effetti che rispetta il principio di uguaglianza e laicità dello Stato.
Lisa, 32 anni. Sono a favore. Se due persone si amano e vogliono trascorrere la loro vita insieme è giusto che siano liberi di farlo, indipendentemente dal genere. Dal punto di vista civile dovrebbero essere riconosciuti loro gli stessi diritti degli eterosessuali. Il contrario sarebbe una discriminazione inaccettabile.
Stefano, 25 anni. Sono talmente favorevole che introdurrei anche i matrimoni multipli cioè di gruppi di più persone di sessi vari e valuterei anche l’estensione ad alcune specie di animali.
Adriano, 53 anni. Tutto il mondo si è adeguato, o si sta adeguando a questo cambiamento nei costumi e nella società. Non capisco perché nel nostro paese debbano esserci tutti questi problemi. Essere omosessuale non significa essere diverso e se siamo tutti uguali davanti alla legge, non capisco perché non c’è una legge che tuteli anche chi ha scelto di amare una persona dello stesso sesso. Io non vedo nessuna differenza tra l’amore eterosessuale e quello omosessuale. Per questo è giusto, ma soprattutto naturale che tutti possano contrarre matrimonio in piena libertà e senza distinzione alcuna.
Simona, 20 anni. Sono d’accordissimo sulle unioni gay. Gli omosessuali sono esseri umani, e come tutti cittadini titolari di diritti e doveri. Purtroppo hanno doveri, ma non tutti i diritti al pari degli etero. E’ ora che anche l’Italia conceda loro il sacrosanto e inviolabile diritto di decidere chi amare e ufficializzarlo con il matrimonio. E’assurdo che in un paese considerato civile come il nostro ci siano discriminazione tra essere umani che non hanno commesso nessun reato o peccato, ma che vogliono solo viversi il proprio amore in libertà e con un vincolo giuridico che li tuteli.
Alessia, 29 anni. Sono contraria perché il matrimonio ha il fine della procreazione ed è fondamentale la distinzione tra maschio e femmina.
Laura, 65 anni. Sono contraria ai matrimoni gay e alla possibilità di adottare o avere figli. Questo perché ho una famiglia tradizionale, provengo da una famiglia tradizionale e ho un’educazione tradizionale. Naturalmente non discrimino gli omosessuali, ma non riesco ad abituarmi alle famiglie gay soprattutto quando vedo i bambini con due padri o due madri. Osservo i miei figli e vedo che io e il papà siamo due figure di riferimento insostituibili e complementari: io rappresento l’amore materno, il calore, l’anima della casa; il papà, invece, la protezione, la sicurezza, la forza, il coraggio, il riparo. Uomo e donna costituiscono un equilibrio perfetto.
Loredana, 45 anni. Sono contraria, perché la famiglia, a mio avviso, è composta da uomo e donna. Ho l’idea della famiglia tradizionale e quindi non sono d’accordo. Potrei accettare il matrimonio, ma sono contraria ai genitori dello stesso sesso. Il bambino si disorienterebbe e avrebbe una confusione mentale. Tutto questo lo considero nocivo e contronatura.
Agostino, 61 anni. Essendo cristiano e credente, sono contrario al matrimonio tra omosessuali, anche se mi riservo uno spiraglio di apertura ad esso; ciò che non mi convince e mi spaventa è il pensiero di un bambino che ha due papà o due mamme; sinceramente la cosa non mi convince affatto.
Berardo, 78 anni. Io il matrimonio l’ho sempre visto tra un uomo e una donna, ma quando ero giovane io erano altri tempi. La società progredisce e si va sempre avanti, che dire? Che un figlio omosessuale per me non sarebbe stato un problema, ma pensare al matrimonio mi fa strano. Sui figli poi non sono per niente d’accordo.
Renato, 23 anni. Sono contrario ai matrimoni tra omosessuali e ai politici che li vogliono introdurre. E’ assurdo, come, con tutti i problemi che questo paese ha, si parli ogni giorno di unioni di fatto. Non ne posso più e mi auguro che si rimanga alla normalità e tradizione, ma che soprattutto si esca dalla crisi che ha la priorità sull’agenda politica.
Paolo, 37 anni. Potrei essere, a limite, favorevole all’unione di diritto (anche se per me è una cosa contro natura); ma se al matrimonio deve o può seguire l’assegnazione dei figli allora sono fortemente contrario!
Annamaria, 55 anni. Nonostante sia di larghe vedute e non ho pregiudizi di nessuna sorta nei confronti di nessuno, preferirei che venisse normativizzata la convivenza delle coppie di fatto. Da cattolica considero, infatti, il matrimonio come un negozio giuridico, ma soprattutto come un’unione davanti a Dio di un uomo e una donna finalizzato a un procreazione naturale.
Guglielmo, 44 anni. Non ho nulla in contrario riguardo alle unioni civili tra omosessuali. Ognuno ha il diritto di esprimere il proprio amore come meglio crede o desidera. L’unica cosa che mi genera scetticismo e mi desta preoccupazione è quando nella coppia potrebbero esserci dei figli. Penso che ogni bambino abbia il diritto di avere una mamma e un papà intesi come uomo e donna.