Dal 9 marzo al 5 maggio, il Palazzo de’ Mayo di Chieti ospita le opere di Francis Bacon (Dublino, 1909 – Madrid, 1992) nella mostra “La visione della condizione umana”, una retrospettiva dedicata ad un artista che ha profondamente segnato la storia dell’arte del Novecento. La pittura di
Bacon nasce nei primi anni ’40, quando la tragedia della seconda guerra mondiale si era ormai manifestata in tutta la sua crudeltà. Bacon delinea figure deturpate, contorte e mostruose, emblemi del dolore e della solitudine della condizione umana, perennemente segnata dalla violenza. I volti, più di ogni altra cosa, vengono alterati e violati, riflettendo le ferite interiori dei soggetti ritratti, come emerge con forza, ad esempio, nelle opere dedicate a Peter Beard e a Michel Leirs. Gli uomini che abitano le sue opere più rappresentative vivono isolati, chiusi in angusti ambienti nudi e squallidi, anche se vivi di colore, imprigionati da reticoli di linee immaginarie che li tengono stretti a delle sedie, a dei letti, o anche ad un regale ed intoccabile trono, come nell’opera “Etude pour un portrait du Pape Innocent X d’apres Velasquez”, del 1989, coraggiosa ed illuminante rilettura di un classico del seicento. In questi dipinti prendono una prima forma i drammi interiori e i blocchi psicologici dell’artista, che egli, grazie all’espressione pittorica, riesce a rielaborare e sciogliere nella forma compiuta dell’autorappresentazione. La dichiarata angoscia che travaglia Bacon, e a cui l’artista dà forma poetica, è causata tanto dall’esperienza vissuta di un periodo storico tragicamente segnato dalla violenza dei due conflitti mondiali, quanto dal clima altrettanto violento dei suoi personali rapporti familiari. Le tensioni, vissute soprattutto nella relazione con il padre, sfociarono in un vero e proprio conflitto quando Francis manifestò l’intenzione di dedicarsi completamente all’attività artistica e palesò le proprie tendenze omosessuali. La sua personalità estrema nel 2009 fu accostata, in una splendida mostra allestita alla Galleria Borghese a Roma, a quella di Caravaggio, entrambi considerati “artisti maledetti” che nella loro arte pittorica, hanno espresso il tormento dell’esistenza con pari intensità e genialità inventiva. “La visione della condizione umana” presenta 54 opere grafiche (litografi e, acqueforti e acquetinte) di Bacon, realizzate tra il 1966 e il 1991, appartenenti a una collezione milanese, che consentono di ripercorrere la poetica dell’artista e di misurarsi con i sentimenti che lo hanno guidato nella realizzazione delle sue opere; l’esposizione, ideata da Alfredo Paglione e promossa dalla Fondazione Carichieti, è accompagnata da un catalogo, edito da Allemandi, con testi di Achille Bonito Oliva, Sandro Parmiggiani (curatore della mostra e del catalogo) e brani tratti dal testo introduttivo al “Catalogue raisonné de l’oeuvre graphique” di Bruno Sabatier, pubblicato nel 2012.