Tatiana Valle, artista eclettica e molto affermata nel suo natio Brasile, con una carriera già consolidata oltreoceano, un giorno ha deciso di allargare i suoi orizzonti ed è approdata in Abruzzo, quasi per caso, restando affascinata dal nostro paese. L’unione tra le due culture e il sodalizio artistico con
musicisti di grande caratura hanno fatto di Tatiana un’artista completa e preparata, che, con la sua voce straordinaria e il suo spirito carioca, è diventata un punto di riferimento importante nel suo amato mondo della musica e dal pubblico che apprezza sempre più numeroso le sue performances a ritmo di samba, forrò, e classici del panorama brasiliano e italiano. La sua ultima creazione artistica è il suo primo disco, nato e registrato a Montorio al Vomano, a MontoRio, come viene definito simpaticamente, grazie all’incontro fondamentale per la sua carriera con Bruno Marcozzi dei Trem Azul e di Ivan D’Antonio degli StratoStudios. Per una consacrazione artistica definitiva c’era le necessità di un tocco di italianità, ma soprattutto dell’aria del Gran Sasso.
Tatiana, dal Brasile in Abruzzo; perché ha deciso di trasferirsi nel nostro Paese? Ho un’anima zingara! Adoro viaggiare e volevo fare un’esperienza all’estero, a Londra! Poi grazie alla mia cittadinanza italo – brasiliana sono venuta nel vostro paese e mi sono lasciata conquistare dall’Abruzzo. L’Italia che doveva essere un punto di “passaggio” cominciava a diventare sempre più casa mia.
Il samba è la sua più grande passione, ma lei è un’artista eclettica che riesce, grazie a una voce straordinaria, a mescolare stili e sonorità diverse. Per questo viene definita una mulher – camaleo, una donna camaleonte? Amo la definizione donna camaleonte che è il nome di un mio pezzo e l’ispirazione del mio nuovo disco. Credo che tutti facciano un percorso nella vita dove tante volte “cambiamo pelle” e cerchino di “riconoscersi nelle proprie impronte”. Ho una grande capacità di adattarmi a nuove situazioni. Adoro sperimentare provando a contaminare il samba con l’armonia jazz, funk e tutte le sonorità che ascoltavo da piccola come il Punk Rock cercando di creare la mia atmosfera musicale.
Il titolo del suo cd in uscita “Livros dos dias” – diario di bordo, descrive questo viaggio reale e culturale dalla sua terra alla nostra? Assolutamente si. Metà dei pezzi sono stati scritti in Brasile e l’altra metà in Italia. I testi sono in portoghese e raccontano storie ed esperienze vissute nel “nuovo e vecchio mondo”. Sicuramente l’unione delle due culture mi ha dato quel qualcosa in più.
Il suo lavoro discografico rappresenta questa commistione di stili e generi che lei tanto ama? Si, spazia dall’atmosfera tribale all’intimità del piano e voce. Ci sono strumenti etnici, suoni elettronici e gli arrangiamenti sono frutto di un processo di sperimentazione musicale tra me e Ivan D’Antonio.
Ha collaborato con artisti a livello internazionale, partecipato a trasmissioni televisive nazionali e festival di altissima rilevanza, eppure ha inciso il suo disco in un paese teramano, a Montorio al Vomano; quanto la nostra terra è fondamentale per la sua opera e influenza la sua arte? Montorio è una terra di artisti! Qui ho trovato l’attenzione e la forza di cui avevo bisogno per realizzare questo progetto. La mia collaborazione ormai fissa con il grande batterista e amico Bruno Marcozzi è fondamentale per me. Si dice che il migliore vino sta nella bottiglia più semplice; è vero!
Tatiana si sente un po’ anche italiana e in particolare abruzzese? Ho l’Abruzzo nel cuore! Anche se le mie origini sono venete, mi sento adottata da questa terra. Londrina la mia città natale si trova nel centro Sud del Brasile e ha la terra rossa! Ci chiamano “Pé vermelho” cioè “Piede rosso”, perciò essere “terrone” in Italia mi fa soltanto sentire a casa.