PrimaPagina edizione Ottobre, 2012 n. 28 – SPECIALE RADON
di Giampaolo Giuliani – tecnico ricercatore astrofisica Oss. di Campo Imperatore, dip. IAS (Istituto Astrofisica di Frascati), ha partecipato all’esperimento EAS-TOP e all’esperimento Large Volume etector.
RISCHIO TERREMOTI
Dall’aprile 2009, in occasione del forte terremoto aquilano, il mondo, quello della gente comune, sente per la prima volta con insistenza ed apprensione, parlare di un gas nobile e delle sue molteplici peculiarità: il Radon-222. Il Rn è un gas nobile che nasce dalla catena di decadimento dell’Uranio-238, è l’unico elemento della catena ad avere la proprietà di gas, gli altri sono tutti elementi metallici. Questo elemento lo si ritrova in grande quantità nel fluido magmatico del Mantello e disciolto nelle rocce della crosta terrestre, emerge in atmosfera per effetto pressorio della Crosta sul Mantello e a
causa dello stress cui vengono sottoposte le rocce della crosta. Sono questi alcuni dei motivi perché trova correlazione con gli eventi sismici. Durante la fase di preparazione di forti terremoti, sulle placche continentali, su quelle locali, nelle faglie dinamicamente attive, come quelle caratteristiche della nostra dorsale appenninica, si osserva sempre una forte variazione di concentrazione di Rn. Quando questa variazione supera la soglia di sicurezza, rispetto alla media del flusso monitorato, dopo un certo numero di ore, si verifica il rilascio di energia sismica nella zona controllata. Per questo motivo dal 2002 abbiamo realizzato una rete di rilevamento Radon con tre stazioni posizionate a circa 40 km l’una dall’altra intorno al bacino aquilano. La prima stazione in Coppito (AQ), sobborgo a 8 km dal capoluogo, la seconda a Ripa Fagnano, 40 km da L’Aquila e la terza in prossimità del bacino marsicano, Magliano de’ Marsi a circa una quarantina di km da L’Aquila. Questa piccola rete ci permette di controllare per un raggio di circa 120-150 km dal bacino aquilano, tutte le anomalie osservate sul continuo del flusso di Radon dalle tre stazioni, individuando in anticipo la possibile zona epicentrale, quando l’attività dinamica delle faglie si verifica all’interno della stessa rete o ad una distanza da essa non superiore a 40-80km, a seconda anche dell’intensità dell’evento sismico in preparazione.
Tutti i fenomeni fisici universali hanno delle cause che li producono. La conoscenza e lo studio delle cause dei fenomeni, permette agli esseri umani di difendersi da quella natura che erroneamente ed ingiustamente è spesso soprannominata matrigna. Per più di trent’anni in Italia si è trascurato lo studio, la ricerca, l’informazione, l’esercitazione e la cultura di base alla popolazione, elementi primari di prevenzione per la sicurezza degli uomini. E’ indispensabile per coloro che vivono in territori a grande rischio sismico, come quello italiano, acquisire informazioni sul fenomeno: che cosa è un terremoto, perché, come e quando può manifestarsi in forma violenta, come riconoscere la sua intensità nel momento in cui ci sorprende e cosa fare per difenderci negli attimi della sua maggiore irruenza. Essere preparati, anche nei momenti di calma sismogenetica, significa avere sempre a portata di mano un kit di prima sopravvivenza. La vera prevenzione sismica le amministrazioni locali la applicano nei periodi di silenzio sismico, predisponendo piani di emergenza, siti di accoglienza attrezzati, almeno 4 simulazioni l’anno per tutti i cittadini di tutte le fasce di età. Tutto questo in altre nazioni, anche meno sviluppate della nostra Italia, viene applicato ormai da più di trenta anni. La cosa in assoluto più importante, la vera prevenzione viene da ognuno di noi ed è forse quella più semplice ma la più difficile da realizzare: vivere rispettando la propria dignità e quella di qualsiasi nostro simile, vivere rispettando la natura che ci ospita, perché forse lei è la nostra vera madre che ci insegna la strada più semplice per la nostra incolumità.