Tanti anni fa un signore, che adesso porta un codino un po’ demode’, si incatenò alle ruspe che avrebbero dovuto cominciare alcuni lavori di sbancamento per l’inizio della famigerata strada del “Lotto zero” in città. Le colpe le prese tutte lui perché, si disse all’epoca, non andavano tagliati alcuni alberi vicino al fiume.L’attuale tracciato ha invece fatto tentennare in maniera agghiacciante quasi tutta Porta Romana.
Inchieste giornalistiche in Irlanda ed Inghilterra, nonche’ alcune interrogazioni al Parlamento europeo, hanno portato questa tela di Penelope più che ventennale all’attenzione dell’Europa intera. Secondo l’associazione Teramo ViviCittà ci furono anche altri responsabili, ma i pesantissimi ritardi di più di quattro lustri sarebbero dovuti anche a “interessi privati di piccoli comitati”. Questo è un altro italico mistero.Basta un ricorso al Tar, che non nega “quasi” mai una sospensiva, per trascinare stancamente per anni il lavoro di rimozione di un palo, uno svincolo, pochi metri che devono passare a destra o a sinistra di quel tale cespuglio. E’ chiaro che se, e quando, il Lotto zero dovesse aprire i battenti, la strada sarà quella pensata quasi trent’anni fa, mentre il traffico e’ quello attuale.E’ prevedibile che sara’ facile trovarsi in ingorghi a mo’ di collo di bottiglia tanto più se, uscendo per andare al centro, si dovranno riattraversare i cosiddetti “Tigli” per arrivare a piazza Garibaldi.Allora è tutto inutile! Tutte le città degne di tale nome si sono dotate di nuove vie di comunicazione, mentre Teramo è rimasta la stessa da più di quarant’anni. Il sindaco ha comunicato in questi giorni che ci siamo quasi, che forse la prima parte sarà aperta fra poco.Quintino Stanchieri, direttore dell’impresa che sta lavorando all’opera, ha già messo le mani avanti: “Non fatemi promettere cose che poi non posso mantenere”. Per quanto riguarda la seconda parte del tracciato, stanno arrivando cinque milioni di euro dall’Anas per la sua conclusione. Questa città ed i suoi cittadini attendono con pazienza il lotto zero, sì, ma anche una decente strada verso Ascoli Piceno – con cui siamo collegati grazie ad una lingua d’asfalto del 15° secolo- nonche’ la famosa Val Vomano-Val Fino, interrotta all’altezza di Capsano. Come dice il vecchio proverbio, “Chi vive di speranza, di speranza muore”.