E’ in Italia che gli “studios” americani mettono in campo l’eroe della casa Marvel a stelle e strisce.
Dal 26 marzo scorso Capitan America: Il soldato d’inverno (Captain america: The Winter soldier, il titolo originale) è proiettato nelle sale italiane con una settimana in anticipo rispetto alla programmazione americana, che lo vede nelle sale statunitensi a partire dal 4 aprile.
In questo nuovo capitolo della Marvel , che nei fumetti corrisponde ad un ciclo editoriale (ma nello specifico il titolo è preso da un singolo albo), il Capitano si trova ad affrontare un mondo travolgente, che non comprende: il mondo moderno. Steven Rogers (alias Capitan America) è un soldato americano che difende la patria dall’esercito nazista, viene congelato e poi risvegliato nel futuro, dove riflette il suo status di eroe etico (e vintage) per eccellenza; così si trova ad affrontare un mondo che non è più suo, un mondo che non fronteggia più i propri nemici con armi spianate, bensì con un’arma più fine e subdola, lo spionaggio; arma che l’ingenuo eroe difficilmente riesce a fronteggiare, dimostrando valori fortemente ancorati al passato. Il film è un altro spin off del ciclo “The Avengers” , promosso dagli studi Marvel come ciclo di lungometraggi dedicati ai super eroi . (A presto le riprese di “The Avengers 2).
In questo modo i film divengono quasi degli episodi, con una struttura ed una serialità da piccolo schermo, atti ad avere una continuità visiva sostenuta oltre che una sottotrama comune a tutti. I film del ciclo “Avengers” tessono le trame di un’unica storia che culmina in un lungometraggio che chiude le trame e riunisce tutti i personaggi coinvolti.
A differenza del primo film dedicato a Capitan America, la regìa passa ai fratelli Russo (“Community”, “Tu, io e Dupree”) mentre il cast d’eccezione rimane costante, con un palestratissimo e biondissimo Chris Evans nei panni del “Cap”, che si troverà a collaborare nel film con la super eroina Vedova Nera, interpretata da Scarlett Johansson, e il super eroe Falcon, interpretato dall’attore Anthony Mackie; Samuel L. Jackson ancora una volta nei panni di Nick Fury, direttore dello S.H.I.E.L.D (organizzazione d’inteligence paramilitare per la salvaguardia del mondo) e dulcis in fundo la straordinaria partecipazione di Robert Redford che dà vita al personaggio di Alexander Pierce, capo supremo dello S.H.I.E.L.D, Prima scena ad aprire il secondo film di Capitan America è una scena d’azione, che già da subito promette un alto grado di tensione nello svolgimento della trama, tenore che non deluderà lo spettatore almeno fino al terzo atto del film, dove la narrativa prende una piega da thriller politico introducendo temi più complessi e ragionati: “A volte per creare un mondo nuovo, bisogna distruggere quello vecchio” (Pierce). I fratelli Russo sono riusciti infine a restituire al cinema un film che risponde più all’attualità e che introduce la tendenza cinematografica alla figura del nemico “from within”, ovvero dall’interno :< in passato bastava eseguire gli ordini, oggi non so più chi comanda, chi ascoltare…>. La trama in generale si discosta leggermente da ciò che i fan Marvel sono stati abituati a vedere finora; ricalcando un po’ le orme di Iron Man 3, nel corpus del film vi si trova una sottotrama marginale che lascia uno spazio evidente e preponderante all’unicità della trama principale. Nonostante vengano presentati molti personaggi e non tutti ben sviluppati nel corso della pellicola, i protagonisti maturano rispetto alla sceneggiatura, dando occasione allo spettatore di vedere le relazioni tra loro approfondirsi ed “umanizzarsi”; è un film dinamico, e ancora una volta la firma Marvel non delude; né i neofiti, né gli appassionati del ciclo “Avengers”
PrimaPagina edizione Aprile 2014 – di Chiara Santarelli