Dopo anni di analisi, approfondimenti, battaglie dialettiche su chi scaricarela colpa del fallimento della finanza globale, all’alba del 5 anno dopo il crollo della Lehman brothers bank, le analisi non bastano più e le parole sono state riversate a fiumi dalle pagine dei giornali e dalle tv su milioni di cittadini che ne hanno vissuto sulla loro pelle, le terribili conseguenze.
Interi patrimoni industriali, economici e umani, sono stati travolti e spazzati via. Una lotta per la sopravvivenza che non ha visto finora alcuno spiraglio di luce in fondo al tunnel. Gli “anticorpi” non sono ancora riusciti a debellare la “malattia”, ma l’economia reale, proprio perché tale, cioè lontana dal mondo artefatto e sovrastrutturato della finanza virtuale, ha resistito e oggi produce risultati e propone soluzioni. Perché adesso c’è bisogno di agire, di fare, di passare dalla diagnosi alla terapia, ma non solo per ridurre o tagliare. Occorre ripensare i valori per i quali trovare le soluzioni: innanzitutto l’Uomo. Non più al servizio dei mercati, ma viceversa. Così la società: dal turbo-capitalismo alla riconquista della sovranità, in un’Europa che mostra tutti i segni dell’età, con una struttura inadatta a gestire la complessa situazione globale e una moneta, l’Euro, che invece di unire, divide ogni giorno di più il Nord dal Sud del continente. Occorre agire dunque e in fretta ma il primo passo deve essere verso l’Uomo, come hanno pensato a Besnate, dove un industriale, ha intuito che prima di salvare l’impresa è necessario salvare l’imprenditore, magari ascoltandolo. Così è nata l’associazione d’aiuto di psicoterapeuti della crisi “Terraferma” per offrire soluzioni alternative a chi pensa di non averne più.
PrimaPagina edizione APRILE 2014 – di Mira Carpineta