Ma l’America starà a guardare?
Le misure di contenimento della spesa riguardanti il Ministero della Ddifesa concernono il personale, infrastrutture e la spesa per armamenti. In merito al patrimonio immobiliare si prevede la vendita di beni demaniali non più utilizzati per fini istituzionali.
Valutazione e vendita andranno eseguite in tempi brevi. E’ stata istituita una speciale commissione che dovrà procedere rapidamente in questa direzione ed è formata da esperti del Ministero e del Demanio, guidata dal gen. Antonio Caporotundo, Vice Ispettore Infrastrutture dell’Esercito che opererà alle dirette dipendenze del Ministro della difesa, come punto di riferimento per Enti e Istituzioni interessati al patrimonio immobiliare della Difesa. La Ministra defi nendo il nuovo piano di spesa ha utilizzato i verbi “ripensare, rivedere e ridurre, anche i grandi programmi”. Il D.L. 66 prevede per la Difesa, al pari delle altre Amministrazioni centrali, la riduzione degli stipendi dei propri dirigenti, il taglio delle auto blu, la riduzione dei centri di costo e degli spazi di lavoro per i dipendenti. Il sindacato del lavoratori civili della Difesa a tal proposito lamenta che non sarebbero stati apportati tagli “alla famosa ‘ausiliaria’ che, come ha ricordato l’on. Artini nel suo intervento sul DEF, da sola consentirebbe nel 2015 un risparmio di circa 420 milioni di euro, pari all’impegno finanziario previsto per gli F35”. Ma la situazione è ben più intricata di quel che trapela, infatti lo stesso presidente Obama, nel corso della sua recente visita in Italia ha fatto notare come la “libertà non è gratis”, definendo “inaccettabile che la spesa militare americana per la Nato assorba oltre il 3% del Pil mentre quella europea si ferma all’1%” . Si potrà tagliare e risparmiare senza ‘ingerenze’ USA?