Nasceva vent’anni fa, nel cuore dell’Emilia, una band, e un’amicizia fatta di prove, di demo, di concerti: la folk band “Modena City Ramblers”, gruppo musicale che ha segnato la storia della musica italiana, con il loro tono politically (in)correct , graffiante e umano; hanno dato voce a tante problematiche sociali : dalla mafia, alla prostituzione, alle riflessioni spirituali, sono stati menestrelli della storia d’Italia, musicandola in tutto il mondo.
Oggi i Modena City Ramblers festeggiano i vent’anni di carriera regalando al pubblico il loro “20 Tour”, con una serie di concerti iniziati il 15 marzo a Bologna e con, a breve, una tappa a Teramo! A Davide “Dudu” Morandi, voce del gruppo , il compito di ripercorrere la carriera della band, dal primo album edito nel 1994, “Riportando tutto a casa”, fino ad oggi.
In vent’anni di carriera come sono cresciuti i Modena City Ramblers? “In questi anni non siamo solo cresciuti, siamo
cambiati, maturati. In questi vent’anni sono successe molte cose, molti cambiamenti sul palco e all’interno della band, ma progetti ed ideali sono rimasti gli stessi! Siamo ancora come vent’anni fa, sulle strade, a girare l’Italia, a portare le nostri canzoni e la nostra musica. Sono stati anni di esperienze che hanno arricchito il nostro modo di fare musica.”
Quali sono stati secondo lei i momenti determinanti per la vostra musica? “Penso siano stati di grande importanza i viaggi, le esperienze dirette con le persone, sia in Italia, toccando realtà che sono diventate il corpo delle nostre canzoni (lotta alla mafia per esempio) che in giro per il mondo, in Palestina, in sud America, in sud Africa, nei Balcani… il contatto diretto con ciò che ci circonda è anche ciò che ci anima nel continuare a scrivere e a fare musica.
Definirei un circolo virtuoso l’andare in giro a suonare e poi riportare a casa nuovo materiale per la nostra musica, è uno stimolo
ad andare avanti”.
Quali saranno gli elementi nuovi all’interno dei concerti di “Tour 20”? “E’ un tour che celebra non solo i nostri vent’anni di canzoni, ma anche il nostro essere una band, quindi abbiamo voluto strutturarlo in modo singolare rispetto alle trascorse esperienze: sarà diviso in tre momenti musicali; un primo molto rock, molto muscolare; una parte centrale più acustica, più riflessiva, mentre la parte finale più “combat folk”, che riflette la produzione principale della nostra carriera”.
Quali sono le prime considerazioni a tour iniziato? “Siamo contenti, sicuramente soddisfatti da come il pubblico ha accolto questo “compleanno”. Noi ci divertiamo molto a suonarlo, a proporlo; per noi è importante trasmettere le nostre emozioni al pubblico e penso che sia per questo che la gente si diverte insieme a noi ai nostri concerti. Il tour proseguirà fino a settembre e speriamo continui ad essere apprezzato; speriamo possa essere una bella estate di concerti sia per noi che per il pubblico di fan che ci segue”.
Come vivete l’uscita di un nuovo album? “C’è molta preoccupazione, curiamo ogni aspetto di un’uscita: dalla grafica alla parte musicale, la saggistica del testo; siamo molto maniacali nella cura e seguiamo tutto il processo produttivo. Ovvio che a lavoro finito, quando si ha tra le mani il risultato del proprio lavoro, la gioia è tanta, l’emozione è palpabile. Ogni disco ha una sua storia, una sua emozione. Ad oggi ancora ricordiamo ognuna di esse, e per fortuna che è così! Provare ancora qualcosa quando si incide o semplicemente quando si sale sul palco, ti permette di essere responsabile nei confronti di chi ascolta e cosciente di poter lavorare ancora sodo, e migliorare la propria musica”.
PrimaPagina edizione MAGGIO 2014 – di Chiara Santarelli