SEMPRE PIÙ DIFFICILE AIUTARE

Aumentano le famiglie in difficoltà, ma diminuiscono le risorse degli enti assistenziali.

La Croce Rossa è da gennaio 2014 una PS, ossia un’associazione di promozione sociale, come indicato da un decreto, il 178 del 2012, che ha portato al cambiamento da ente pubblico a ente privato. Con l’intento di misurare il disagio economico sempre crescente nella popolazione teramana cerchiamo di fare un primo bilancio della situazione, dopo la Pasqua appena trascorsa, con la presidentessa della Croce Rossa teramana:

Presidentessa che tipo di attività svolge la Croce Rossa?
Sono innumerevoli le attività svolte sul territorio: da quella sanitaria, in convenzione con il 118 (che consiste nel trasporto infermi, dialisi, dimissioni protette, assistenza sportiva), al sociale, con 178 nuclei familiari assistiti attraverso la distribuzione di generi alimentari provenienti da collette alimentari e indumenti nuovi (perché non possiamo dare indumenti usati), allo sportello di ascolto, in
cui cerchiamo di accompagnare l’assistito costruendo una rete sociale. Abbiamo una collaborazione con l’assessorato alle politiche sociali di Teramo, abbastanza forte e con le assistenti sociali e le associazioni di volontariato cerchiamo di risolvere quella che può essere la problematica dell’assistito.
Sono prevalentemente le famiglie straniere che si rivolgono a noi, ma purtroppo sempre più nuclei teramani fanno ricorso alla nostra associazione; svolgiamo poi attività di protezione civile e quindi ci troviamo a lavorare in situazioni emergenziali come ad esempio quella degli immigrati, il sisma e le alluvioni.

Come vengono fi nanziate le attività che svolgete? Noi abbiamo in essere un protocollo d’intesa con il comune di Penna Sant’Andrea che nell’eventualità di esigenze ci mette a disposizione un elenco di materiali, frutto del lavoro dei volontari. Abbiamo poi una convenzione con la Asl per l’attività emergenziale e con le risorse forniteci dobbiamo pagare il carburante dei mezzi, le utenze nelle sedi, la manutenzione dei mezzi. La sede è in comodato d’uso gratuito dalla Provincia.

Come viene gestito lo sportello sociale? Seguiamo gli stessi criteri del Comune per l’assistenza alle persone, che ci devono presentare un modello Isee che fa luce sulla loro situazione economica. Quando persone o famiglie si avvicinano a noi c’è subito il confronto con l’assistente sociale del comune che ha degli elenchi dove sono riportati i nominativi delle persone che hanno diritto a determinate agevolazioni.

Voi riscontrate che c’è da parte delle istituzioni un aiuto concreto o piuttosto che molte problematiche rimangono irrisolte perché non vengono messi a disposizione mezzi sufficienti? Sono sempre di più le famiglie che subiscono il distacco delle utenze e che vivono in condizioni disperate. Lei che idea se ne è fatta in base alla sua esperienza? Io devo spezzare una lancia a favore dei comuni. Il problema è che ci sono stati tagli principalmente sul sociale, in un momento in cui la crisi ha devastato tante famiglie e si sono persi tanti posti di lavoro, con l’ovvia diffi coltà di arrivare a fi ne mese, di conseguenza i comuni sono costretti ad appoggiarsi alle associazioni di volontariato.
È vero anche che siamo saturi perché c’è una richiesta sempre maggiore e purtroppo siamo costretti a mettere un limite anche noi.
Attualmente seguiamo 178 nuclei familiari e ad un certo punto non ce la fai. Preferisco fermarmi a 178 nuclei e offrire un servizio accettabile piuttosto che aumentare il numero degli assistiti a discapito della qualità del servizio. Spesso sentiamo parlare di premi stratosferici a dirigenti comunali o di concorsi comunali che inizialmente prevedono di assumere un paio di persone e poi magari diventano 14 e il quattordicesimo è un nome noto nell’ambiente teramano.
Non crede che i soldi si potrebbero recuperare ma si continui a perseguire la solita logica che ha messo l’Italia in ginocchio? Non lo vedo attinente con l’argomento di cui stiamo parlando, perché se sento dire che ci sono state 14 assunzioni, penso positivamente che più persone hanno trovato una collocazione.
Credo che non si recuperino risorse per il sociale in questo modo perché verrebbero comunque spalmate nelle varie voci di bilancio.

Lei riscontra che una volta segnalati casi, magari veramente critici, alle istituzioni abbiano poi da parte di queste un supporto reale?
Nei casi che noi segnaliamo all’assessorato abbiamo riscontrato che sono stati seguiti nei loro bisogni. È noto il caso di una signora di Sardinara che non aveva abitazione e su segnalazione dell’assessorato siamo riusciti a procurarle una roulotte. Altro caso di un paio di settimane fa, alle 23:00 si sono presentati sotto la nostra sede dei ragazzi che hanno trovato un giovane immigrato che alloggiava nella struttura di Lago Verde. Alle 12:30 io ho telefonato all’assessore alle politiche sociali e gli ho manifestato l’esigenza di questo ragazzo di avere alloggio per una notte prima di partire per Roma e siamo riusciti a risolvere il problema. E ci sono stati casi di reinserimento lavorativo per i soggetti con forte disagio economico da parte delle istituzioni? Non mi è mai capitata una situazione di reinserimento lavorativo da parte delle istituzioni perché le persone seguite hanno tutte queste problematica.
Date un aiuto per il pagamento delle utenze? No, l’abbiamo fatto fi no al 2010 ma in un’ottica di spending review, non riusciamo più a farlo perché abbiamo tanti nuclei da seguire. E anche prima noi pagavamo solo la metà delle utenze. In passato reperivamo le risorse necessarie tramite l’organizzazione di spettacoli di benefi cenza e tornei di burraco. Lo si continua a fare ma i tempi sono cambiati perché prima c’era più facilità a vendere i biglietti, oggi abbiamo dovuto abbassarne i costi.

Con la Pasqua avete riscontrato maggiori richieste da parte dell’utenza? No, noi abbiamo dato un pacco alimentare realizzato tramite una co-donazione fatta da Telex che è una catena di supermercati e CRI, e per le festività pasquali abbiamo distribuito questi pacchi spesa. Del resto i nostri assistiti sanno quello che noi possiamo dare e non avanzano ulteriori richieste.