Tutti i giorni, in qualunque rivista, telegiornale e radio si sente parlare di crisi.
L’Italia ha passato tanti brutti momenti, ma questa volta sembra si sia toccato il fondo, con tutte queste riforme, queste pesanti tasse –si dice che una famiglia su tre non arrivi a fine mese– .
I soldi mancano, manca il lavoro, ma è anche vero che il cittadino italiano vuole vivere nel lusso.
Veniamo da un periodo in cui non c’era niente, ora invece non ci facciamo mancare niente, dalla macchina nuova alla televisioni ultra sottili.
Le persone anziane dicono che noi ragazzi saremo la rovina di questo paese, ma come possiamo essere la rovina di una nazione che già cade a pezzi? Ci sono persone al comando che non fanno altro che umiliare gli italiani, come ad esempio Renzi, con i suoi discorsi “inglesi” che d’inglese avevano ben poco.
E’ vero, la situazione è peggiore in altri paesi -come ad esempio la Grecia, dove sono scoppiate le prime rivoluzioni- e noi ragazzi facciamo finta di niente, ma abbiamo paura. Abbiamo paura perché vediamo i nostri genitori soffrire, lavorare un mese intero per poi arrivare a fine mese distrutti dalla stanchezza e dallo stress. Noi non siamo d’aiuto. Per essere alla “moda” vogliamo a tutti i costi vestiti firmati e i telefonini migliori, perché non capiamo il periodo e non riusciamo a rinunciare, a fare a meno di queste cose. Non ci riusciamo perché abbiamo paura di essere giudicati dagli altri. Tutta colpa quindi di questa società, che non fa altro che giudicare. L’Italia dovrebbe essere una delle nazioni più complete, lo dovrebbe essere perché è un paese stupendo. Roma, Venezia, Milano, Torino, tutte città che ogni anno si riempiono di turisti. Clima, mare, bei paesaggi, belle persone, tutte cose che stanno cambiando a causa di questa crisi. Le aziende chiudono e noi ragazzi finita la scuola non sappiamo cosa fare, il lavoro non si trova e le università sono diventate troppo costose, spese troppo elevate per famiglie che si trovano in situazioni difficili. “Come possiamo pretendere che le cose cambino se continuiamo a fare le stesse cose?”. Siamo una Repubblica democratica perché permettiamo ai nostri politici di fare ciò che vogliono, persino di comandare senza essere stati eletti?
di Martina Tacconelli (15) e Luca Lepore (18)