Hanno risposto tutti all’invito del governatore Luciano D’Alfonso. I sindaci dei Comuni della provincia di Teramo non si sono fatti pregare
e armati di cartelline e di relazioni sul dissesto idrogeologico dei territori da loro amministrati, hanno sfilato ordinatamente e relazionato con “tempi europei” sulle emergenze e sulle criticità , che sono chiamati a gestire con gli scarsi mezzi a disposizione. Oggi pomeriggio nella sala Polifunzionale della Provincia è così emerso un quadro sconfortante se non tragico, sulle condizioni in cui versano i cittadini di molti comuni, dall’interno al mare: frane che incombono, inquietanti e inesorabili, come spade di Damocle su interi centri abitati, scuole e perfino tratti autostradali, Strade sbriciolate dal maltempo e dalla mancata manutenzione che condannano all’isolamento i paesi dell’interno. Fiumi che ingoiano le piane della costa, anche se non piove, per l’assenza di argini. Borghi antichi, veri gioielli ricchi di storia, ma poveri di risorse per il loro utilizzo a scopi turistici. Insomma l’immagine di una provincia fragilissima nella sua ossatura idrogeologica, che sopravvive di stenti e di toppe quando l’emergenza rende necessario intervenire sul disastro annunciato, ma mai evitato.
D’Alfonso li ha ascoltati tutti, ha raccolto le loro relazioni in un unico protocollo e lanciato la sfida.
Dal decreto “sblocca Italia” una prima parte di fondi sono già disponibili e da destinare alla lunga lista presentatagli dai sindaci. “Ma non saranno erogati a caso, a pioggia o ad personam – ha precisato il Governatore – sarà stilata una lista di priorità, naturalmente, ma saranno ascoltate anche le proposte. Il dialogo con il territorio e i suoi rappresentanti “in prima linea”, è appena iniziato e caratterizzerà questa amministrazione regionale” – ha assicurato DAlfonso.