IL PIRANHA, TIMIDO VORACE

I piranha sono diffusi praticamente in tutte le acque Sudamericane, preferiscono stabilirsi lungo le sponde dei fiumi,  nelle anse più tranquille e ricche di vegetazione palustre, cacciando tra i canneti e le radici contorte degli alberi.

Questi voracissimi pesci ricoprono un preziosissimo e insostituibile ruolo ecologico: la loro dieta è infatti costituita principalmente da pesci feriti, malati o morti contribuendo a ridurre l’espansione delle patologie epidemiche.
Solo in particolari casi, come scarsità di cibo o di spazio essi arrivano a praticare il cannibalismo.

Per allevare con successo i piranha si consiglia di partire con gruppo di 5-6 giovani taglia 5 cm. e una vasca di 300 lt. Utili ( 120x50x60 ).

L’arredamento deve essere limitato all’essenziale con alcune grosse radici per uso acquariofilo, ricche di anfratti, in modo che possano formarsi dei territori individuali. Visto che tali pesci non disdegnano di mordicchiare
la vegetazione è bene porre piante robuste e legnose come anubians e felci mentre non dovrebbero mai mancare quelle galleggianti per offrire zone di ombra assai apprezzate.
Il filtraggio deve essere molto veloce, con una pompa di portata 4-5 volte il volume della vasca e con cambi del 15-20% settimanale contemporaneamente alla sifonatura del fondo. Valori chimici dell’acqua: ph 6, durezza da
6 a 15°, nitrati entro i 50 mg e temperatura 24-28°C.

L’alimentazione dei giovani piranha deve essere varia e somministrata almeno 2-3 volte al giorno con cibi liofilizzati come chironomus, tubiflex, larve di zanzara, polpa di cozze, pezzetti di gambero e pezzetti di pesce crudo, quando diventano adulti possono essere alimentati anche 3 volte a settimana senza dimenticare che la voracità di questi pesci dipende dalla temperatura: più è alta e più diventano voraci. Visto che, al contrario di quanto potrebbe
sembrare, sono pesci molto timorosi e facili a spaventarsi, è bene eseguire le varie fasi della manutenzione con molta cautela evitando che presi dallo spavento vadano a sbattere contro i vetri e gli oggetti di arredamento ed evitare morsi accidentali (per semplice difesa).

PrimaPagina, edizione settembre 2014 – di Maurizio Orsini