Nel corso del solo 2013, secondo un recente rapporto Eures, il fenomeno della violenza sulle donne ha mietuto una vittima ogni due giorni.
Tra gli eventi per il 25 Novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, merita particolare attenzione la sottoscrizione avvenuta a L’Aquila, da parte delle Istituzioni Abruzzesi, alla presenza del Sottosegretario di Stato On. Gianpiero Bocci del Protocollo Interistuzionale per il contrasto alla violenza contro le donne.
Promotrice dell’iniziativa è stata la Consigliera di parità regionale Letizia Marinelli il cui lungo percorso lavorativo è giunto a compimento con la stipula del Protocollo.
Perché la sottoscrizione di questo protocollo è così importante e signi fi cache le altre Regioni potrebbero riprenderlo come buona prassi? “La presenza del Sottosegretario On. Bocci è indice dell’attenzione che si vuole dare a questo Protocollo che è il primo nel suo genere.
Il Protocollo ha seguito tutto l’iter idoneo per la fi rma da parte del Ministro degli Interni. Attualmente esistono delle reti antiviolenza provinciali ove ci sono solo alcuni degli attori istituzionali (Prefetture, procure, centri antiviolenza, etc.), invece, richiamati tutti nel protocollo che è stato strutturato creando una rete Regionale.In via esemplificativa, se si presenta un caso di una donna che subisce violenza e/o maltrattamenti e bisogna attuare l’allontanamento, questo dovrà avvenire in una località diversa da dove risiede, per tutela propria e della prole. La seconda esigenza per cui necessita creare una rete regionale è quella di iniziare a misurare i casi.
Il problema nella misurazione dei casi è mentre per ciò che concerne la violenza necessita di approfondimenti quantitativi e attraverso una buona pratica integrata di prevenzione ci consente di impattare sulla cultura di “non rispetto delle donne”.
Terzo fattore importante è quello di aver messo in rete – prosegue la Consigliera Marinelli, – tutte le Asl d’Abruzzo attraverso un’ulteriore protocollo. Nel Protocollo Sanità si vuole dare rilevanza al primo momento in cui la donna si presenta in Pronto Soccorso perché ha subito maltrattamenti e violenza. La strategia di sottofondo consiste nel dare alla donna che ha subito violenza, un tipo di trattamento che deve necessariamente essere differente dagli altri utenti, attenzionato al particolare momento vissuto. Ricordiamo , secondo le statistiche, il 90% delle donne
non dichiara di aver subito violenza. L’attivazione del “CODICE ROSA” all’interno del PS fa sì che la donna venga supportata, e mi permetto,“coccolata” – aggiunge la Marinelli, – nel momento stesso in cui entra e, in virtù di questo accolta, in locali differenti fi no ad arrivare alla dimissione, con già un supporto operativo sul territorio.
Il lavoro è importante anche perché nel corso dei tavoli di lavoro è emersa la necessità da parte dei magistrati di essere supportati con determinati esami clinici o foto che vengono effettuate dal PS e che possano servire al magistrato per poter comprendere approfonditamente i vari casi.
L’unicità di ciò che abbiamo illustrato permette che, dopo una fase di sperimentazione ed eventuale implementazione, il Protocollo venga adottato come buona prassi e venga ripreso e utilizzato anche nelle altre Regioni. La violenza nella sfera privata rimane in gran parte invisibile e spesso non denunciata. – conclude Letizia Marinelli, – La violenza di genere è una vergogna per una nazione civile”.
PrimaPagina, edizione novembre 2014 – di Daniela Palantrani