La tradizione è solo italiana, anche se in moltissimi paesi è tradizioni regalare fiori alle donne l’8 marzo.
Fino agli anni Settanta, l’8 marzo è sempre stato considerato una festa di sinistra, dell partito socialista: per questa ragione durante il regime fascista non fu mai considerata o celebrata (il partito socialista era illegale all’epoca).
Nel 1946, finita la guerra, si festeggiò l’8 marzo per la prima volta in maniera “ufficiale”, anche se la Democrazia Cristiana era ostile alle celebrazioni.
Secondo i racconti, si voleva usare come simbolo della festa la violetta, un fiore con una lunga tradizione nella sinistra europea: uno dei sostenitori di questa idea era il vice-segretario del Partito Comunista Luigi Longo.
Alcune dirigenti del Partito Comunista però si opposero: la violetta era un fiore costoso e difficile da trovare.
L’Italia era appena uscita dalla guerra e molti si trovavano in condizioni economiche precarie e avrebbero avuto molte difficoltà a procurarsi le violette.
Tra loro c’era Teresa Mattei, una ex partigiana che negli anni successivi avrebbe continuato a battersi per i diritti delle donne.
Di lei è diventato leggendario uno scambio che ebbe con un deputato liberale a proposito della parità tra uomini e donne all’interno della magistratura: «Signorina, ma lei lo sa che in certi giorni del mese le donne non ragionano?», chiese il deputato. E lei rispose: «Ci sono uomini che non ragionano tutti i giorni del mese».
Mattei, insieme a Rita Montagna e Teresa Noce, propose di adottare un fiore molto più economico, che fiorisse alla fine dell’inverno e che era facile da trovare nei campi: da qui nacque l’idea della mimosa.
Anni dopo, in un’intervista Mattei disse: «La mimosa era il fiore che i partigiani regalavano alle staffette. Mi ricordava la lotta sulle montagne e poteva essere raccolto a mazzi e gratuitamente».
Anche se la festa della donna non divenne una ricorrenza popolare fino agli anni Settanta, la tradizione della mimosa ebbe successo e si mantiene ancora oggi.
Come disse Mattei, morta nel 2013 a 92 anni: «Quando nel giorno della festa della donna vedo le ragazze con un mazzolino di mimosa penso che tutto il nostro impegno non è stato vano».