Teramo 25aprile2015 – Eppure ogni anno

Ci sono momenti nella vita di comunità in cui ci si dovrebbe riconoscere uniti intorno a simboli di uno stesso passato.

Eppure ogni anno che passa ci allontaniamo da quelle memorie che hanno determinato, invece, il nostro vivere attuale. Teramo 25 aprile 2015. Le rappresentanze delle autorità civili rendono omaggio ai caduti di quella guerra da cui nacque la Repubblica italiana, con la cerimonia della deposizione della corona di alloro. Prima  al monumento alla resistenza teramana in piazza Madonna delle Grazie, poi ai “Tigli”, al monumento ai caduti di tutte le guerre.

 

 

Un momento che dovrebbe riportarci con la memoria a quanti hanno dato la vita per degli ideali, anche su fronti opposti. La Festa della Liberazione, in questo 2015 non ha nessun sapore, né di festa, né di Libertà.

 

 

 

Lo sparuto drappello composto dal sindaco di Teramo, quello di Giulianova, il Prefetto, il presedente della Provincia e poi le diverse forze dell’ordine, e le rappresentanze dei corpi militari, in congedo, con le crocerossine, hanno sfilato silenziosamente, dietro la banda che suonava l’inno del Piave. Poi l’inno nazionale, la deposizione della corona, il tocco della coccarda tricolore, un momento di raccoglimento. Il rituale discorso e poi… fine.

 

 

Ad assistere a tutto questo, qualche pensionato e pochi, troppo pochi, passanti, per lo più costretti a seguire i propri cagnolini, ignari dell’evento esattamente come il resto della cittadinanza, impegnata altrove, al mercato o in piazza a degustare un’anticipazione di Virtù.

Nessuno interessato a ricordare come fu riconquistata la nostra libertà, a ringraziare quelli che morirono per farcene dono. Eredi disattenti e ingrati.

 

Ma oggi che stiamo perdendo libertà e diritti, oggi che siamo ridotti a gregge ignavo e prono, in che modo potremmo difendere la nostra Libertà?  Saremmo capaci di morire per un ideale come hanno fatto i nostri nonni e i nostri padri? Noi che non siamo capaci neanche di scegliere chi votare?