la storia di Marcello Graduato
Stavamo tornando da Chieti e si era fatto tardi .
Erano le 3 e 12 del 18 marzo 2015, quando percorrevamo la strada che da Teramo conduce a Montorio al Vomano; non c’era traf io ed essendo molto stanco la mia velocità era di circa70 km/h. Subito dopo il rettilineo,
vicino alla fabbrica di liquori Paesani, in direzione Montorio c’è una curva verso destra.
Subito dopo la curva ho visto dei rami che si avvicinavano alla macchina; ho subito compreso che stesse accadendo qualcosa, ma tutto è successo così in fretta che non sono riuscito a rendermi bene conto di cosa stesse accadendo, ma ricordo che ho visto il tronco di un albero che ci cadeva addosso. In un primo momento ho chiuso istintivamente gli occhi e ho tentato una brusca frenata, ma tutto è stato inutile.
In un attimo l’albero, provocando un gran fracasso, si è schiantato su di noi e sulla mia macchina; ha piegato il cofano, ha rotto la mascherina, il parafango e i fanali anteriori, ha ammaccato le portiere laterali, ha infranto il vetro del parabrezza, senza, però, romperlo del tutto e questa è stata la nostra fortuna e ha rigato la cappotta visto che alcuni dei rami sono scivolati sopra di essa. Nella collisione ho perso il controllo della vettura, aggravato dal manto bagnato e dai tanti rami spezzati presenti per terra, ma sono riuscito a recuperare il volante e quindi il controllo poco dopo, fermandomi al centro della carreggiata, grazie alla strada semi deserta a quell’ora. La prima cosa che ho fatto è stata quella di controllare se la mia ragazza stesse bene.
Entrambi eravamo in un evidente stato di trauma e confusione, ma siamo scesi dalla vettura e ho chiamato il 113 spiegando l’accaduto e chiedendo di far arrivare immediatamente una pattuglia e una camionetta dei vigili del fuoco. Nel frattempo mi sono posizionato al lato della strada a fare cenno ai mezzi che sopraggiungevano di rallentare per la presenza di un pericolo e per poco un camion tamponava la mia vettura ferma e accidentata..
Eravamo spaventati e più i minuti trascorrevano e più iniziavamo a realizzare cosa fosse accaduto e cosa sarebbe potuto accadere arrivando anche al pensiero doloroso, ma reale, che avremmo potuto morire, così, per una tragica eventualità, in una sera trascorsa in musica e terminata in tragedia. Poco dopo sono arrivati i vigili del fuoco e la polizia che si sono occupati di sgomberare la carreggiata, sincerarsi delle nostre condizioni e di redigere il verbale
dell’incidente Finalmente dopo le 5 del mattino abbiamo potuto lasciarci tutta quella vicenda alle spalle.
Io credo che accadimenti di questo genere siano molto gravi. Un albero di quelle dimensioni, che poi occupava entrambe le corsie, non dovrebbe cadere lungo una strada statale trafficata da veicoli vari e anche a velocità spedita. Le mie domande, ora che ho avuto modo di riflettere con calma su quello che accadde quella notte sono: “E se l’albero avesse sfondato il vetro? E se una donna incinta fosse stata al nostro posto? E se dalla corsia
opposta fosse venuta un’altra auto? Credo fermamente nella fortuna incredibile che abbiamo avuto quella notte, ma spero che fatti di questo genere non accadano mai più a nessuno perché la vita può realmente cambiare in una frazione di secondo.”