“destinata a un tragico oblio. Una decadenza annunciata da un decennio di mancati investimenti nel quale si sono
vanificati gli sforzi economici degli anni novanta e duemila quando la provincia ottenne ben 100 miliardi con il Patto territoriale”.
Così l’economista e docente Stefano Cianciotta, dalle pagine del Messaggero , descrive la situazione della nostra città.
Una visione lucida, basata su dati reali e drammaticamente visibile anche ai non esperti. Un’economia agonizzante, dove il terziario è rarefatto e dove l’edilizia, che ne rappresentava il principale traino, oggi ne è la vittima più illustre con il 50% di imprese fallite.
Una città senza identità e senza una progettualità politica, in cui aumenta solo il carico fiscale.
Secondo l’economista la miope gestione degli amministratori pubblici potrebbe fare di Teramo una città “di pensionati”, ma non solo. Sono diversi i punti di estrema criticità: la perdita di una Banca importante come la Tercas.
Un dissesto comunale annunciato da un paventato buco di bilancio di circa 27 milioni di euro, denunciato dalle opposizioni consiliari e frutto di “un eccessivo ricorso all’anticipazione di cassa per 10 mln di euro- per fare fronte alle spese correnti e ai tagli dei trasferimenti imposti a livello nazionale- che inevitabilmente carica il Comune di oneri fi nanziari. Nel lungo periodo, l’accentuazione dello squilibrio contabile può sfociare in una situazione di dissesto – ha spiegato il professore in una recente intervista – e per quanto riguarda l’occupazione, nell’ultimo trimestre del 2014 in provincia è calata di un ulteriore 16%, ma è evidente che nessuno, in questi anni, ha pensato a come avrebbe potuto essere questa città tra 20 anni“