La Chirurgia Estetica come la conosciamo oggi è il frutto di lavoro e procedimenti elaborati nel corso dell’ultimo secolo, tuttavia le sue radici affondano nella notte dei tempi ed essa stessa non sarebbe stata possibile senza la scoperta di due tecniche associate nel secolo diciannovesimo, l’anestesia e l’antisepsi. L’anestesia fu scoperta dal dentista americano William Morton che il 30 settembre 1846 estrasse un dente senza dolore mediante somministrazione di etere, rendendo così possibile
effettuare gli interventi chirurgici senza dolore e permettendo lo sviluppo di operazione ben più lunghe e complesse. L’antisepsi, ossia il complesso di tecniche volte ad eliminare le infezioni che in gran parte seguivano gli interventi chirurgici e spesso conducevano al decesso dei pazienti, fu sviluppata da Joseph Lister, professore di Chirurgia all’Università scozzese di Glasgow nel 1867.Per primo usò una soluzione di acido carbolico (fenolo) su incisioni chirurgiche, strumenti e ferite, riducendo notevolmente l’incidenza di infezioni spesso mortali. Prima di lui si credeva infatti, che le infezioni chirurgiche dipendessero da miasma (aria cattiva). Pertanto né i chirurghi si lavavano le mani, né tantomeno la pelle dei pazienti.Ciò che oggi noi diamo per scontato, ossia l’assenza di dolore e il controllo delle infezioni post-chirurgiche, erano state prima di allora il tormento ed il terrore dell’umanità . E’difficile per noi concepire le atroci sofferenze dei nostri antenati, e quanto dobbiamo essere grati a questi illustri mediciCiononostante, questi due grandi contributi scientifi ci non sarebbero stati suffi cienti allo sviluppo della chirurgia estetica senza un parallelo avanzamento del pensiero fi losofi co avvenuto in quel periodo,l’Illuminismo, del quale il maggiore esponente fu Emanuele Kant. Secondo tale rivoluzionaria fi losofi a, l’uomo con la sua capacità di pensare. diveniva il centro della storia e poteva deterdeterminarsi autonomamente alla ricerca della felicità, nel caso specifico l’uomo aveva il diritto inalienabile di alterare il suo corpo con l’aiuto del chirurgo a tale fine. Ma questi presupposti scientifici e culturali determinanti per l’avanzamento della Chirurgia Plastica Estetica hanno radici ben più profondeGià gli antichi Egizi conoscevano ed adottavano tecniche chirurgiche di base volte a suturare con delicatezza ferite facciali e a ridurre fratture nasali, come evidente nel Papiro Chirurgico di Smith (circa 1600 avanti Cristo) ritenuto copia di un precedente trattato di circa 3000 anni avanti Cristo. L’enciclopedista romano Aulo Cornelio Celso (I sec. D.C.) metteva in evidenza l’importanza di una “bella” tecnica di sutura.Nel mondo orientale il medico cinese Bian Que (V sec. A.C.) scriveva trattati di terapia chirurgica di occhi e orecchie, come pure più tardi un altro medico cinese, Huan Tuo (circa 150-208 D.C.), mentre attorno al X secolo dopo Cristo venivano descritte tecniche di riparazione del labbro leporino (palatoschisiIl medico alessandrino Paolo di Egina sviluppò nel VII secolo una tecnica chirurgica volta ad eliminare l’imbarazzante presenza di eccessivo tessuto mammario in uomini, scientificamente chiamata ginecomastia. Anche la moderna liposuzione ha precedenti storici antichissimi: Plinio il Vecchio (24-79 D.C.) descrive una “Eroica cura per l’obesità” in una operazione sul figlio del console L. Apronio. Estetica poiché secondo il pensiero del tempo la chirurgia doveva essere rivolta solo alla terapia delle malattie. Solo con il Rinascimento si cominciò di nuovo a parlare di Chirurgia Estetica. a cura di PAOLO CAJANO