Se l’Istat indica in 780 € al mese il limite della soglia di sopravvivenza, mentre milioni di italiani percepiscono pensioni
da 500 € , è chiaro che quel limite è stato già abbondantemente e drammaticamente superato.
E in una fascia di età che richiede invece cure molto dispendiose o almeno costanti. Sarà per un innato istinto alla sopravvivenza allora che da qualche anno molti anziani (ma non solo) coraggiosamente scelgono di emigrare in paesi in cui il loro reddito consente una vita più dignitosa? Sono i cosiddetti “nonni in fuga” da un’Italia che oltre ai giovani sta mandando via anche gli anziani. Un cambiamento di vita radicale, in un ‘età ancora più dif iile.
Le isole Canarie, ad esempio, in quanto territorio spagnolo, godono dell’essere parte dell’Unione Europea, ma benefi ciano di un regime fi scale ridotto.
I pensionati Inps italiani che risiedono nell’arcipelago ricevono lorda la pensione italiana, contributiva (non complementare o integrativa), non decurtata delle imposte regionali, comunali (con esclusione di eventuale Imu) e Irpef.
Qui si può comprare un bilocale con 80mila euro.
Una villetta nel campo da golf costa 200mila euro.
Il clima è sempre tra i 20 e i 30 gradi e non esiste riscaldamento in casa. Il costo della vita?
Il diesel costa circa 1 euro, 1,1 euro la benzina, l’Iva è al 7%, ma più bassa sui generi alimentari, il carrello della spesa costa il 30% in meno che in Italia.
A Cipro, altra meta calda, la tassazione è al 5%. Le tasse governative sulla casa, in fase di cambiamento, vanno dallo 0,6 all’1,9%, cui si somma l’1,5% di tassa municipale.
Non solo tasse e casa i motivi che spingono gli anziani ad espatriare. Anche i costi di una sanità italiana poco accessibile è un incentivo a spostarsi nei paesi “low cost” per curarsi. E’ la fotografia scattata da Fipac Confesercenti che, in una ricerca, denuncia la condizione che subiscono molti over 65. Da una parte farmaci troppo costosi, dall’altra l’impossibilità ad accedere alle cure mediche, hanno determinato quello che ironicamente è
chiamato il fenomeno dei nonni in fuga. Il Dossier ha l’obiettivo di “sensibilizzare” l’opinione pubblica e le autorità sanitarie e di governo sul problema della povertà sanitaria.
Gli over 65, strangolati da pensioni minime, impossibilitati ad affrontare i rincari dei costi di ticket e farmaci, sono ormai in fuga dal Servizio sanitario nazionale (SSN). IlCensis tra l’altro, denuncia che, a causa dei costi della
sanità, sono oltre nove milioni gli italiani che hanno rinunciato a curarsi: rimandano visite e interventi, si rassegnano ad aspettare tempi biblici per esami diagnostici, non acquistano i farmaci che non sono rimborsabili dal SSN, di questi ben due milioni sono anziani, vale a dire quelli che ne avrebbero più bisogno.
Un grave problema sociale, paradossale, se rapportato al costo del Sistema sanitario nazionale e ai tanti sprechi e scandali di cui è costellata la sanità pubblica in Italia, di cui la cronaca, anche giudiziaria, si è più volte occupata.
Le strade che i pensionati percorrono, per raggirare costi e lungaggini sono tre: le cure nei Paesi low cost, il trasferimento all’estero e l’utilizzo di Ambulatori sociali.
Secondo gli ultimi dati disponibili, il 75% della popolazione anziana, preferisce restare in Europa, privilegiando le Canarie, come si è visto, seguite da Grecia, Cipro e Romania.
Tanti anche quelli che scelgono altre località come Marocco e Tunisia in Africa, Thailandia e Filippine in Asia, Repubblica Domenicana e Costarica nelle Americhe. Ad oggi sono circa 400mila gli anziani che hanno optato per “la fuga”.
PrimaPagina, edizione Luglio 2015 – di Angela Fosco – fonte dati OMS-Sole24Ore